Ecco le richieste avanzate dall’Associazione Codici in merito alla morte di un’anziana signora presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma, dove era stata ricoverata in codice verde.
Codici: caso sospetto di malasanità al Sant’Andrea, chiediamo sanzioni e verifiche delle autorità. Sospensione del Primario del reparto di Chirurgia e verifiche da parte di Ministero della Salute, Regione Lazio e Asl. Queste le richieste avanzate dall’Associazione Codici in merito alla morte di un’anziana signora presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma, ricoverata in codice verde.
“A nostro avviso si tratta di un caso di malasanità – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – e come tale deve essere trattato dalle autorità, perché quanto accaduto è gravissimo”.
Caso sospetto di malasanità all’Ospedale Sant’Andrea di Roma
Tutto inizia con il ricovero della donna il 3 ottobre scorso a causa di dolori al ventre ed alla schiena. È il figlio ad accompagnarla al Pronto Soccorso del Sant’Andrea, sapendo che la madre soffre di un calcolo alle vie biliari, per il quale il medico curante aveva disposto una terapia a base di cortisonici.
Alla signora si assegnava il codice verde, e poi si somministrava un antidolorifico. E poi, dopo che un’ecografia conferma che la causa dei dolori è il calcolo, si dispone il ricovero. I medici decidono per la rimozione del calcolo attraverso una sonda inserita per via orale. Con un successivo intervento chirurgico per rimuovere altri calcoli presenti nella cistifellea. L’intervento si eseguiva il 15 ottobre e da quel momento inizia il calvario della donna.
La dichiarazione di CODICI
“I medici – spiega il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – riferiscono ai familiari che nel corso dell’operazione per errore nell’inserire la sonda era stato perforato un tratto dell’intestino. La signora è molto dolorante, si valuta un secondo intervento. Ma l’ipotesi si scarta nel pomeriggio dello stesso giorno, quando la Tac evidenzia che la situazione clinica è stabile e dal foro non vi è fuoriuscita di liquidi. Il giorno seguente, siamo al 16 ottobre, la situazione però cambia improvvisamente. Dopo una nuova Tac, i medici decidono per un intervento d’urgenza.
L’operazione riesce ed ai familiari si riferì che non ci sono infezioni e nemmeno fuoriuscite di liquido dall’intestino. Dopo la rimozione di un altro calcolo, la paziente affidata all’anestesista, che in breve tempo l’avrebbe fatta uscire dalla sala operatoria. Di tempo ne passa invece molto. Dopo quattro ore senza notizie, i familiari chiedono aggiornamenti all’anestesista, il quale riferisce che la signora ha avuto una complicazione: a seguito di uno scompenso pancreatico la glicemia era diventata troppo bassa e dovevano stabilizzare i valori prima di farla uscire.
Il personale medico dice anche ai parenti che sarebbe stato necessario un trasferimento nel reparto di Terapia Intensiva per poter monitorare le condizioni. Ma senza la possibilità di un posto letto disponibile e così da lasciarla in Chirurgia. Nel giro di poche ore le condizioni della donna peggiorano, i medici riscontrano una forte ed estesa infezione, una setticemia per cui si rende necessaria una cura antibiotica più forte. La sera del 17 ottobre ai familiari si comunicava il decesso della loro cara.
Si dispose alla fine un’autopsia per chiarire le cause della morte – conclude il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – da parte nostra siamo al fianco dei familiari, ci uniamo alla loro richiesta di fare luce su quanto accaduto e chiediamo la sospensione del Primario di Chirurgia ed una verifica da parte delle autorità competenti per accertare se ci siano state negligenze o errori medici”.