Al prezzo di una piattaforma a scelta, tra quelle più amate di tv digitale, la legge di Bilancio appena arrivata alla Camera per la sua approvazione prevede il ritorno per il canone tv a 90 euro annui.


Mentre alla Rai continua l’esodo al quale si è assistito già in questi ultimi anni, dei personaggi più popolari e soprattutto di quelli che fanno più audience, raccogliendo centinaia di migliaia di euro in inserzioni pubblicitarie.

Analizziamo la situazione attuale e gli scenari futuri.

Il canone tv che aumenta

Impossibile, o quasi, non pagare. Il canone Rai è una tassa sul possesso della televisione: chiunque ne abbia una in casa o qualsiasi altro apparecchio atto o adattabile alla ricezione di programmi tv, è tenuto a pagare il canone. Impossibile quindi scegliere, anche se guardiamo quasi mai la tv e neppure se non guardiamo mai i programmi della Rai. Grazie alla legge di bilancio del 2016 il canone tv è stato inserito direttamente nella bolletta della luce, impossibile sfuggirvi.

Chi voglia provarci, sappia di rischiare una sanzione economica che va dai duecento ai seicento euro, con l’obbligo di pagare tutti gli arretrati e gli interessi maturati.  Se poi è stata resa una falsa dichiarazione per non pagarlo, cioè per esempio di non possedere un apparato tv, oppure dichiarando falsamente di esserne esente, si rischia la reclusione sino a due anni, pena prevista dal codice penale per il reato di falso ideologico commesso dal privato. Aggiungiamo che il termine di prescrizione del canone Rai è di dieci anni.

E adesso aumenterà, dagli attuali 70 euro ai futuri 90 euro.

Il taglio agli incarichi consulenziali della Rai

Allo stesso modo, sarà difficile che Viale Mazzini possa sfuggire al taglio degli incarichi consulenziali. La nuova legge di Bilancio, se approvata dal Parlamento nella sua attuale formulazione, congela il tetto delle uscite per il personale al 2023, fissandolo a quota 958,2 milioni anche nel 2025. Con una proiezione di spesa che arriva al 2027, saranno poi richiesti ulteriori tagli del 2% e poi del 4% su quanto impegnato tra il 2023 e il 2025. Prime proiezioni – assolutamente ufficiose – ipotizzano una sforbiciata per il personale superiore ai 19 milioni (nel 2026) e ai 38 milioni (nel 2027). Il dato economico della spesa per le consulenze, nel 2022 si attestava ad oltre 3,2 milioni.

In una nota Rai diffusa a latere della riunione sul bilancio, il Consiglio di amministrazione della Rai ha espresso la propria “apprensione per i provvedimenti riguardanti il futuro dell’azienda”.  Aggiungendo,  nell’ottica di un doveroso contenimento dei costi, le misure rischierebbero di limitare l’autonomia del nostro Servizio Pubblico e di condizionarne le scelte e le attività con possibili impatti sull’occupazione, nonché sull’indotto”.

Chi sono i consulenti della Rai?

Ma chi sono questi consulenti e in che occasioni vi si fa ricorso? In un documento RAI del 2019 denominato “CRITERI E MODALITA’ DI RECLUTAMENTO DEL PERSONALE E DEL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI DI   COLLABORAZIONE” si legge intanto che: Preventivamente all’avvio del processo di reclutamento di personale sul mercato, deve essere effettuata una ricognizione della disponibilità di risorse interne adeguate in termini qualitativi e quantitativi a ricoprire le posizioni ricercate.”

Vi sono poi una serie di passaggi formali previsti per l’ approvazione delle consulenze/collaboratori. Resta qualche dubbio sulla  piuttosto ampia casistica delle  ‘eccezioni’ che permettono quindi una certa ‘libertà’ e disinvoltura nella scelta dei collaboratori così individuate nel documento: “Fatta in ogni caso salva l’esigenza di un’adeguata motivazione e autorizzazione dal livello organizzativo competente, casi di esclusione nelle modalità di conferimento, anche solo parziale, dai criteri indicati, riguardano:

a) i profili professionali di natura editoriale, autorale ed artistica funzionali alla realizzazione del servizio di media audiovisivo e radiofonico, ivi compresi quelli connotati da diritti di esclusiva e di unicità;

b) casi eccezionali e/o di urgenza oggettiva, connessi all’espletamento della missione di Servizio Pubblico, di continuità del palinsesto e/o dell’informazione, determinati da cause esterne non programmabili;

c) casi eccezionali connotati da stretto rapporto di fiducia e/o di riservatezza con il Vertice aziendale e da elevate competenze tecnico-specialistiche attinenti all’incarico da conferire, tali da consentire a Rai di mantenere o migliorare la propria immagine e/o il livello competitivo nel mercato di riferimento.

Le consulenze non editoriali, con gli importi visibili in chiaro, non di redazione, non artistiche sono consultabili da tutti, in base alle norme sulla trasparenza, al link: https://www.rai.it/trasparenza/Incarichi-di-consulenza-e-collaborazione-non-artististica-d8194b45-bf0c-439c-b86e-283199ea8486.html . In diversi casi si tratta di ingegneri, progettisti di impianti elettrici,  medici del lavoro.