mafia-dei-nebrodiLe mani della Mafia dei Nebrodi, in provincia di Messina, sul patrimonio artistico-culturale: la criminalità organizzata imponeva il pizzo sulle opere artistiche della “Fiumara d’arte”. La rete è stata svelata dall’Operazione “Concussio”.


Messina, operazione “Concussio”: il provvedimento scaturisce dagli esiti di una complessa indagine condotta, sin dal 2015, dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Messina nei confronti della famiglia mafiosa di Mistretta (ME). La famiglia mafiosa di Mistretta (Messina), attiva nella parte più occidentale della provincia peloritana, ha messo in atto una catena di atti di estorsione.

 

I comportamenti legati alla criminalità organizzata, sono posti in essere da un consigliere comunale di Mistretta, tuttora in carica, in concorso con altri due. Di cui uno già destinatario di un provvedimento di sequestro dei beni, in ragione della sua riconosciuta intraneità a Cosa nostra palermitana.

 

Le vittime dell’estorsione sarebbero due imprenditori edili, aggiudicatari dell’appalto, del valore di circa un milione di euro, indetto dal Comune e finanziato dall’Unione Europea, per la riqualificazione dei 12 siti dove sono installate le opere d’arte contemporanea, che costituiscono il noto percorso culturale “Fiumara d’Arte”.

 

 

L’appalto era stato vinto con un importo a base d’asta pari ad un milione di euro ed aggiudicati con un’offerta pari a 802.000 euro.  In più all’imprenditore era stato imposto di assumere nei propri cantieri tre operai dei quali gli avrebbe successivamente indicato i nomi. Il consigliere comunale, infine, aveva imposto alla vittima di rifornirsi del cemento presso l’impianto da lui scelto, assicurandogli che assolvendo a questi obblighi, non ci sarebbe stata alcuna richiesta estorsiva.