letturistaEssere letturista oggi: un mestiere inaspettatamente duro e costellato da disavventure di vario tipo. Qui di seguito, grazie all’ausilio degli addetti ai lavori in carne ed ossa, proviamo a tracciarne un ritratto attendibile.


Il letturista: un mestiere spesso bistrattato, sottovalutato e (troppo spesso) sottopagato. Una professione faticosa: camminate infinite per chilometri e chilometri, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, da contatori nascosti chissà dove e dalla circospezione di cittadini poco propensi ad accogliere questi sconosciuti nelle proprie abitazioni.

Eppure questi lavoratori compiono un lavoro ingrato e si assicurano, giorno dopo giorno, che i consumi dei cittadini siano effettivamente misurati in maniera precisa e puntuale. Oltretutto, possono far sì il cittadino possa essere tutelato da una vera e propria piaga sociale quale quella degli allacci abusivi.

Per questo abbiamo abbiamo voluto raccogliere il parere di alcuni letturisti per fare luce su questa professione lasciata in ombra.

Qui di seguito le domande e le relative risposte di alcuni operai che hanno avuto la gentilezza di rilasciarci il loro parere su luci ed ombre della loro attività.

 

 

D: Quale pensi siano le principali criticità del tuo lavoro? Come potrebbe essere migliorato?

 

Francesco: Premesso che non tutte le Aziende che si occupano della lettura dei contatori sono uguali molti di noi sono costretti a lavorare con dotazioni che si limitano al solo palmare, senza auto aziendale, attrezzature per facilitare l’accesso al contatore e senza alcuna dotazione di sicurezza.

 

Alberto: E’ un cottimo molto ben camuffato. Ci sono territori in cui riesci a leggere a stento un centinaio di contatori di gas, pagati soltanto 15-16 centesimi. A mio parere il cottimo dovrebbe sparire.

 

Leo: Oltre ai problemi già menzionati va assolutamente detto che la mala gestione dei carichi di letture da parte dell’ente principale (divisione delle zone senza alcun criterio, ad esempio) rende inevitabilmente più complicato il nostro lavoro.

 

 

D: Gli strumenti informatici che utilizzi sono di ausilio allo svolgimento della tua mansione?

 

Alberto: Si sono adeguati. Purtroppo però spesso le note evidenziate dal letturista non vengono aggiornate.

 

Francesco: Il software in uso, almeno nel mio caso, è valido e aggiornato in continuazione. Purtroppo spesso i dati registrati sono poco attendibili: spesso le ubicazioni dei contatori riportano indirizzi errati; altre volte risultava sbagliato addirittura il Comune di residenza dell’utente.

 

 

D: Pensi che il cittadino ritenga utile il tuo ruolo per una corretta gestione del servizio?

 

Iann: In realtà, gli utenti che ritengono il lavoro inutile sono molto meno di coloro che lo ritengono invece un’attività utile. Molte persone infatti, spesso gli anziani, non riescono a leggere le cifre e pertanto per alcuni è utile che ogni tanto siano assistiti da un tecnico o un letturista che controlli cosa accade al contatore. Un letturista infatti, in aiuto di chi ha poca esperienza può comunque capire se c’è una perdita o se sussistono altre situazioni anomale.

 

Leo: Dipende da utente a utente. Alcuni si comportano come se noi fossimo i salvatori delle loro economie, altri ti prendono per uno psicologo e ti raccontano i problemi di tutta la laro vita. E poi, vabbè, ci sono quelli che ti guardano come se da un momento all’altro volessi rapinarli. La diffidenza comunque, al giorno d’oggi, li accomuna un po’ tutti.

 

Francesco: Molti utenti vedono il lavoro del letturista come un’autentica perdita di tempo, basti pensare che sulle letture gas (utenza domestica) dove il contatore è ancora collocato all’interno dell’abitazione il numero di letture effettive, parlo di accesso nell’alloggio e conseguente lettura del consumo è molto bassa.

 

 

D: Hai qualche aneddoto che ti ricordi? Quale situazione/casistica particolarmente strana che ricordi con un sorriso? A tal riguardo, hai anche qualche immagine che puoi “regalare” ai nostri lettori?

 

Francesco: Ci sono utenti di ogni tipo, e abbiamo trovato contatori posizionati in posti improponibili, a volte ci si ride sopra altre un po’ meno. 

 

 

Leo: Un episodio che non dimenticherò mai. Una volta sono entrato in un appartamento per fare la lettura dell’acqua, mi fece entrare un signore che non era il padrone di casa. Il contatore era sotto il lavandino della cucina io mi sono sdraiato, ho fatto la lettura e me ne sono andato. Cosa ci fu di così strano da ricordarlo per sempre? Quel signore che mi fece entrare era un medico, era lì con il fratello del padrone di casa e io ho fatto la lettura del contatore, sdraiandomi vicino all’utente che era seduto sulla sedia lì in cucina: era fermo, sguardo fisso sul muro. In pratica purtroppo era appena stato trovato morto. Ho realizzato soltanto dopo che sono uscito di quanto siano stati folli quei due uomini a farmi entrare in casa in quel momento.

 

Iann: Potrei scrivere un romanzo con tutto quello che mi è successo. Fra le altre cose ho anche salvato la vita ad un pensionato chiamando i soccorsi.

 

 

D: Vedi margini di miglioramento per questo tipo di professione, anche in relazione al rapporto ente locale-gestore?

 

Francesco: Ripeto non tutte le aziende sono uguali: molte (e parlo per esperienza personale) dovrebbero dare una migliore formazione al letturista, prima di mandarlo sul campo. Dotarlo, come dicevo in precedenza, di tutta la dotazione di cui ha bisogno. Infine il cliente dovrebbe essere informato adeguatamente su quello che riguarda il nostro servizio. Nell’ era dei social e dell’informazione in rete in generale, la cosa è più che fattibile.

 

Alberto: Ovviamente tutto è migliorabile. A mio parere la cosa più importante da fare notare è che gli enti locali dovrebbero collaborare di più.