Ecco qual è l’opinione dell’ANCE in merito alla legge di bilancio 2024: secondo l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili metterebbe a rischio l’intero settore dell’edilizia.
L’audizione dell’ANCE presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, in seduta congiunta, sul disegno di legge di Bilancio 2024 (DDL 926/S recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026“) si è svolta il 7 novembre scorso.
La Presidente Federica Brancaccio, che ha guidato la delegazione associativa, ha sottolineato l’incertezza economica in cui si trova l’Italia, con una crescita rallentata e un contesto economico incerto.
Secondo l’ANCE la legge di bilancio 2024 penalizza l’intero settore dell’edilizia
Nel terzo trimestre, l’economia italiana si è stabilizzata dopo dieci trimestri consecutivi di crescita. Questo rallentamento è dovuto ai consumi deboli e agli investimenti stazionari, influenzati dagli aumenti dei tassi di interesse operati dalla BCE a causa dell’aumento dei prezzi al consumo.
Le stime ISTAT indicano un aumento del PIL nel 2023 del +0,7% su base annua. Nel biennio 2021-2022, il settore delle costruzioni ha contribuito significativamente alla crescita economica, ma le modifiche al Superbonus avranno un impatto negativo sul settore della manutenzione.
Inoltre, ci sono ritardi nell’attuazione del PNRR e incertezze legate al conflitto in Ucraina e alle tensioni in Medio Oriente.
Per sostenere l’economia, potrebbe essere utile utilizzare le risorse derivanti dall’aumento della tassazione sugli immobili, che sembrano ingiustificatamente punitive, per finanziare interventi di sviluppo.
Tuttavia, il DDL non affronta alcune criticità legate all’agevolazione, come la necessità di una proroga limitata per i lavori condominiali in corso e lo sblocco dei crediti incagliati. Inoltre, alcune misure riguardanti il Superbonus sembrano ostili nei confronti dei contribuenti e delle imprese.
Il DDL dedica risorse limitate agli investimenti pubblici per le infrastrutture, con l’eccezione del finanziamento per il Ponte sullo Stretto di Messina. Questa scelta potrebbe non essere adeguata per affrontare le esigenze infrastrutturali del Paese, soprattutto nel Mezzogiorno.
Le imprese necessitano di ulteriori strumenti di sostegno per affrontare il contesto economico complesso, come la proroga delle Temporary Crisis Framework e l’introduzione di norme per consentire alle imprese in difficoltà di stipulare piani di rientro con le banche.
Nel complesso secondo l’ANCE, il DDL di Bilancio sembra in conclusione mancare di misure strutturali significative per sostenere le imprese ed affrontare le sfide economiche attuali.
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Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it