Il 33,9% dei nuovi assunti è nella fascia tra i 25 e i 29 anni, mentre il 22,9% è tra i 30 e i 44. Raggiunta quota 15.000, le posizioni digital continueranno a crescere nei prossimi anni, ma in parallelo aumenta la difficoltà a trovare sul mercato competenze adeguate. Lo rileva una indagine sul “digital mismatch” realizzata da Modis Italia.
In controtendenza rispetto all’aumento di flessibilità del mercato del lavoro, nel settore IT nel 2013 i contratti a tempo indeterminato hanno pesato per il 53% delle assunzioni, seguiti dal 33% di contratti a tempo determinato e dal 13% di apprendistati.
Lo rileva una indagine sul digital mismatch realizzata da Modis Italia, divisione del Gruppo Adecco specializzata nel recruiting nell’ICT. I giovani sono i più richiesti, con il 33,9% dei nuovi assunti tra i 25 e i 29 anni, mentre il 22,9% è tra i 30 e i 44 anni. Raggiunta quota 15.000, le posizioni digital continueranno a crescere nei prossimi anni, ma, in parallelo, aumenta la difficoltà a trovare sul mercato competenze adeguate (difficoltà nel 22% dei casi), con tempi medi di reclutamento di 4 mesi. Le previsioni per il futuro infatti non sono rosee, poiché la richiesta di professionalità IT è già ampiamente superiore alla domanda.
Nei migliori Politecnici il rapporto tra neolaureati e offerte di lavoro oggi raggiunge il valore 1 a 20 e l’offerta formativa universitaria in molti casi non è adeguata per sostenere l’innovazione dell’industria e del mercato internazionale. Cresce inoltre la richiesta di laureati rispetto ai diplomati, dal 34% del 2013 al 39% del 2014, percentuale che sale al 57% se si considerano le lauree di primo livello. Materie tecniche in testa: ingegneria (71%), economia (16%), matematica e fisica (11%).
Eppure, il Ministero dell’Istruzione registra un calo di iscritti nelle facoltà di informatica e ingegneria, quindi nei prossimi anni si prevede un ulteriore aumento del gap tra domanda e offerta nei profili IT. «Il crescente allontanamento dei giovani nativi digitali dalle materie tecnico-scientifiche può essere ricondotto ad una serie di aspetti, tra cui sicuramente il non vedere sbocchi e opportunità certe al termine di un percorso di studi che si percepisce piuttosto impegnativo. Ma, prima di questo, forse la disaffezione si lega a un problema molto diffuso nella scuola italiana: la mancanza di laboratori e attrezzature adeguate in grado di appassionare e coinvolgere i giovani», commenta Marco Guarna, Managing Director di Modis in Italia.
Anche la presenza femminile è molto limitata nel settore: soltanto il 18% degli occupati sono donne e soprattutto in ruoli di programmazione e web design, meno in ambito tecnico e sistemistico. Poco omogenea infine la dislocazione territoriale: il 53% dei professionisti IT si concentra nel Nord Italia, in particolare in Lombardia dove si trova la maggior parte delle aziende del settore. A seguire il Centro Italia con il 24% e il Sud con il 23%.
FONTE: ICT4Executive (www.ict4executive.it)