Lavoro: aumentano i contratti a termine e diminuiscono i dipendenti a tempo indeterminato. Intervenire subito per rilanciare un’occupazione stabile e di qualità.
Lavoro: aumentano contratti a termine, diminuiscono quelli a tempo indeterminato
Stando ai dati appena comunicati dall’Istat, il tasso di disoccupazione su base trimestrale risulta in calo del -0,3% rispetto allo scorso anno, arrivando al 10,7%. Un dato positivo, certo, anche perché come sottolinea l’Istituto di Statistica si tratta della percentuale più bassa dal 2012. Per analizzare correttamente la rilevazione, però, occorre scendere nel dettaglio e valutare in primis la qualità del lavoro: ancora una volta l’aumento dell’occupazione si concentra tra i dipendenti a termine, mentre quelli a tempo indeterminato risultano in calo.
“Anche una cifra in apparenza positiva può nascondere un risvolto amaro e i dati odierni attestano la diffusa tendenza alla precarizzazione, che non giova certo alla nostra economia” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori.
Anche gli ultimi dati sul calo dei consumi e della produzione industriale dimostrano l’urgenza di un piano di rilancio dell’occupazione stabile e di qualità, anche perché il rilancio del mercato occupazionale è fondamentale per far ripartire l’intero sistema economico. In questa direzione servono interventi strutturali, a partire da investimenti per la ricerca, lo sviluppo e la modernizzazione e dal taglio delle tasse sul lavoro.
Chissà se la situazione cambierà con la proclamata stretta sui contratti a termine dopo la pubblicazione in Gazzetta del Decreto legge ribattezzato Dignità dal Ministro del Lavoro Luigi di Maio (DL 87/2018) che consegna all’esame del Parlamento per il consueto iter di conversione in legge che dovrà concludersi entro 60 giorni almeno tre misure significative sul panorama giuslavoristico.
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