Lavori vietati per tatuaggioSulla questione si discute da diverso tempo, ma ci sono veramente dei lavori vietati per chi ha un tatuaggio? Vediamolo insieme.


La questione dei tatuaggi ha sempre fatto discutere molto l’opinione pubblica: per alcuni, si tratta di un elemento discordante con la presenza al pubblico, ritenendo che i tatuaggi siano incompatibili con alcune professioni.

Mentre, per altri, un lavoratore, per qualsiasi posizione o professione, deve essere valutato a seconda del suo valore e della sua preparazione e non per una cosa “futile” come i tatuaggi.

Ma ci sono realmente lavori vietati a chi ha tatuaggi? Ecco cosa dice la legge.

Lavori vietati per tatuaggio: cosa dice la legge?

A differenza di quello che potremmo pensare, non esistono leggi che regolano il rapporto tra tatuaggi e posizioni lavorative.
Perciò non esistono divieti veri e propri di possedere un tatuaggio per uno specifico posto di lavoro. Lo stesso principio è condiviso dalla normativa europea.

L’unica eccezione viene rappresentata dalle forze armate: nei concorsi per la Polizia, i Carabinieri e l’Esercito, infatti, viene richiesto il rispetto di alcuni requisiti, tra cui una regolamentazione dei tatuaggi.

Nonostante ciò, il Tar del Lazio, nel 2022, ha accolto l’istanza di un candidato escluso dal concorso per la Polizia Penitenziaria, a causa di un tatuaggio. Il candidato non poteva essere escluso solamente a causa del tatuaggio visibile.

Non è previsto, quindi, un divieto specifico, ma ci sono alcuni limiti sulle aree del corpo dove è possibile tatuarsi.

Questo perché, nelle forze dell’ordine, viene richiesto un certo decoro, alcuni tatuaggi potrebbero creare una serie di ripercussioni sulla carriera degli agenti. Inoltre, alcuni tatuaggi potrebbero essere offensivi per altre nazioni e comunque sono un segno di riconoscimento piuttosto evidente.

Per quanto riguarda, invece, gli altri lavori, non esiste una normativa specifica. Perciò non esistono lavori vietati a chi ha un tatuaggio, anche se è ammessa una certa discrezionalità da parte dei datori di lavoro.

Lavori vietati per tatuaggioUn cittadino può essere discriminato se non viene assunto per i tatuaggi?

Se un datore di lavoro esclude dalla selezione un soggetto, a causa dei tatuaggi, si fa riferimento alla discriminazione.
Ma, in realtà, si può parlare di discriminazione solo se ci si riferisce a specifici aspetti dell’essere umano, tutelati per legge, come il genere, la religione, l’etnia e la disabilità.

Il diritto ad avere un tatuaggio rientra nelle libertà personali del cittadino, ma non gode di particolari tutele legali. Per questo, il datore di lavoro è libero di non assumere un candidato con tatuaggi o di prevedere un codice di abbigliamento per cui debbano essere coperti.

Nei regolamenti interni delle aziende può essere inserito il divieto o la limitazione della visibilità dei tatuaggi e può scattare il licenziamento se non si rispettano queste regole.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it