La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha scritto una lettera a Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato di Facebook, pubblicata oggi da ‘Repubblica’. Il tema? L’odio sui social. E il ruolo che Facebook dovrebbe avere per arginarlo.
“Signor Zuckerberg, come molti sono preoccupata per il dilagare dell’odio nel discorso pubblico. Fenomeno non generato certo dai social network, ma che in essi ha un veicolo di diffusione potenzialmente universale. Questo dev’essere quindi per tutti il tempo della responsabilità: tanto maggiore quanto più grande è il potere di cui si dispone. E il suo è notevole. Lei ha affermato che ‘su Facebook non c’è spazio per l’odio’. Mi tocca dirle che, almeno in Italia, non è vero”.
Del resto, aggiunge, “parlano chiaro i dati di applicazione del codice di condotta contro ‘la diffusione dell’illecito incitamento all’odio in Europa’, che anche la sua azienda ha sottoscritto a maggio 2016 con la commissione Ue. La prima verifica semestrale- sottolinea- dice che risulta cancellato appena il 28% dei contenuti segnalati come discriminatori o razzisti. Una media che si ricava dal 50% di Germania e Francia e dal misero 4% italiano. Mi domando se questo dato allarmante lo dobbiamo anche all’assenza di un ufficio operativo di Facebook in Italia. Un’Italia che sconta scarsa collaborazione da parte della sua azienda anche sul fronte della disinformazione, al contrario di quanto avviene in Germania o in Francia. Su questo tema ho da poco lanciato una campagna di sensibilizzazione. Proprio perche’ sono convinta che le fake news provochino danni alle persone e spesso rappresentino l’anticamera dell’odio”.
“Ho avuto modo di parlarne di recente con Richard Allan, vicepresident public policy di Facebook per l’area Europa-Medio Oriente-Africa, che ho incontrato a Montecitorio su sua richiesta- dice ancora Boldrini-. Ho avanzato tre proposte. Due di natura tecnica. La terza riguarda l’apertura in Italia di un ufficio operativo per i 28 milioni di utenti che Facebook ha nel Paese. Le risposte giunte dopo due mesi sono evasive e generiche. A questo punto chiedo a lei, signor Zuckerberg: da che parte sta Facebook, in questa battaglia di civilta’?“.