La manipolazione delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società cosiddetta “democratica”, pertanto, padroneggiare  questo dispositivo sociale costituisce una parte importante della gestione del potere che dirige un paese.

Purtroppo, bisogna ammettere che l’attenzione e la ricettività delle grandi masse  è molto limitata, la loro intelligenza modesta ed è altrettanto modesta la loro capacità di collegare le informazioni e darne una struttura logica.

Di conseguenza,  fare propaganda diventa un gioco, perché basta limitare a pochissimi punti con  messaggi ripetitivi finché il messaggio sia compreso per abitudine o sfinimento.

In più c’è anche da parte delle masse un problema di memoria storica e di  consapevolezza del fatto che molte volte la storia si ripete, non riuscendo a scorgere il nesso con il passato.

Una volta la parola “propaganda” era quasi sinonimo di “dittatura”, adesso  sempre più abituati al marketing, ci sembra che questa sia oggi una parola  accettabile anche se perpetrata da uno stato democratico, non essendo più la verità all’ordine del giorno.

Ebbene, questa cosa non è per niente accettabile, specialmente quando esiste solo questa ed è completamente cancellata l’informazione, quella che da notizie e spiega fatti, non per cercare consenso diffondere pettegolezzo ad hoc, ma che serve a informare e formare il pubblico.

Quello per cui per intenderci, teoricamente è nata la tv di stato, quella a cui noi paghiamo anche un abbonamento.

Oggi assistiamo ad un potere che adatta la realtà alle loro menzogne, con una  propaganda contraddistinta da un estremo disprezzo per i fatti in quanto tali, ma  gestendo una vera e propria fabbrica delle informazioni.

Da una definizione estremamente corretta di propaganda presa da Wikipedia:

La propaganda è l’attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni, ovvero il conscio, metodico e pianificato utilizzo di tecniche di persuasione per raggiungere specificiobiettivi  atti a beneficiare coloro che organizzano il processo. In antitesi alla propaganda dovrebbe essere la pura e semplice esposizione dei fatti nella loro completezza ovvero la descrizione della realtà nella sua interezza,

capiamo  che la propaganda è un sistema che serve a mantenere la gente passiva e obbediente e a limitare lo spettro delle opinioni accettabili e che possono essere riconosciute.

Questo funziona meglio se la tecnica adottata fa sì che il pubblico  che viene manipolato crede di agire per sua spontanea volontà.

Poi, quando in Italia accade l’inverosimile, ossia che il potere con i soldi dei  cittadini metta a disposizione decine e decine di milioni di euro per i loro scopi e tutto questo passa per una cosa normale, siamo quasi arrivati ad un punto senza  ritorno.

Infatti, l’esecutivo del Conte bis ha pensato bene di stanziare contributi a fondo  perduto solo per quei media, sia nazionali ma anche le tv locali a larga  diffuzione che si impegneranno a trasmettere messaggi di comunicazione  istituzionale relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi”.

Quindi, anche per capire da dove arriva l’informazione e che interesse c’è a dare  quella informazione “istituzionale”, sapendo che non sono fatti, ma informazioni  date dal potere ai media per essere distribuiti e condizionare l’opinione pubblica,  basta consultare le liste dei finanziamenti.

Sono i media che fanno un tentativo  deliberato e sistematico di asservimento dello spirito, plasmando le percezioni,  manipolando le cognizioni e dirigendo il comportamento con la persuasione al  fine di ottenere una risposta che favorisca l’intento del governo. Qualcosa che si  rivolge alle emozioni ed in particolare alle paure più che alla ragione.

Loro sanno benissimo che si può influenzare il pubblico facendo appello ai pregiudizi e alle paure, più che alla logica, adattandosi al livello intellettuale e alla capacità ricettiva dei tanti, specialmente i distratti che hanno consegnato ai  media le chiavi della definizione della realtà, facendosi aiutare ad ingannare sé stessi.

Ma ancora di più la cosa peggiore è quando i media, assoggettati ai loro mandanti,  non solo travisano la realtà, rendendo l’ovvio quasi offensivo, ma silenziano le  verità, oscurando completamente alcune informazioni, che è un altro modo, anche meno costoso, di alterare la realtà.

A questo punto, queste aziende dovrebbero essere espulse dall’albo dei  giornalisti e inseriti nell’albo dei propagandisti, che è tutt’altro mestiere.

Se si propagandano dottrine non si fa giornalismo, per fare giornalismo bisogna portare a conoscenza i fatti e le conoscenze non si propagandano ma si diffondono.

Per questo oggi i media hanno anche problemi a distinguere tra la  scienza reale e la propaganda travestita da scienza.

Il giornalismo ed in particolare la tv di stato, dovrebbe aiutare con l’informazione a insegnare a pensare e non dire ciò che si deve pensare, altrimenti è propaganda e la vera battaglia non è tra destra o sinistra o tra Usa e Cina, ma tra educazione e propaganda, perché la propaganda è un’arma che viene usata nelle dittature e nei momenti di guerra, come i fucili e le bombe, e bisogna capire quando siamo in guerra e imparare a difenderci, trovando anche un riparo  quando il fuoco arriva coordinato da tutte le parti, senza farsi illudere dai dibattiti  anche vivaci e contradditori, che apparentemente incoraggiando perfino le posizioni più critiche e dissenzienti, perché quello che viene mostrato è solo quello che rientra all’interno delle finestra di Overton.

Quello che non rientra viene sistematicamente censurato. Per cui la verità va cercata al di fuori del  circuito dei media asserviti e finanziati dal potere, qualunque esso sia, ma in  particolar modo quando non eletto dal popolo.

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare