Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva gli ultimi quattro decreti legislativi attuativi. Addio dimissioni in bianco e cassa integrazione estesa a 1,4 milioni di lavoratori.
Si è conclusa la riunione del Consiglio dei Ministri che ha affrontato i quattro decreti attuativi conclusivi del Jobs Act, in scadenza a fine mese portando a termine la riforma del mercato del lavoro. “Sono soddisfatto, abbiamo concluso la riforma del lavoro” ha detto il ministro Giuliano Poletti che ha poi aggiunto: “Abbiamo rimesso al centro il contratto a tempo indeterminato. Centinaia di migliaia di precari hanno un contratto stabile”.
Addio alle dimissioni in bianco. Basta con le lettere di dimissioni firmate dal lavoratore “in bianco”, magari richieste da un datore di lavoro a una donna per poi metterla alla porta in caso di maternità. Lo ha confermato il ministro del lavoro, Poletti, dopo il Consiglio dei ministri, spiegando che nei decreti attuativi è previsto un apposito modulo per le dimissioni, datato e numerato, proprio per evitare le lettere di dimissioni in bianco. “Noi diciamo al datore di lavoro: se ci dai un foglio con la firma del lavoratore, per noi quel foglio non è valido, bisogna far firmare un apposito modulo, con data e numero, da noi preparato”, ha spiegato Poletti. La certificazione della richiesta di dimissioni dovrà quindi essere fatta “su un modulo che va scaricato dal sito del ministero del Lavoro”.
Privacy. I controlli a distanza sui dispositivi di lavoro in dotazione ai lavoratori potranno avvenire solo nel rispetto della normativa della privacy. Su tablet e cellulari in dotazione ai lavoratori non possono essere montate strumentazioni o applicazioni con funzioni di controllo. Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, spiegando il decreto attuativo del Jobs act. L’impianto non può essere utilizzato sistematicamente per il controllo. “Se si vuole rispettare la privacy, su quel tablet devono esserci solo applicazioni finalizzate al lavoro per il quale è stato consegnato”. È questa la soluzione trovata per mettere fine alle numerose polemiche esplose intorno alla delicata questione del controllo a distanza. “Quello che serviva era una legge chiara e rispettosa della privacy e la norma li rispetta entrambi”, ha chiarito Poletti, in merito alla questione che è stata al centro di un braccio di ferro tra governo e Parlamento. “Abbiamo modificato l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori per individuare una nuova disciplina nel rispetto della privacy colmando un vuoto non sugli impianti fissi ma sugli strumenti in dotazione ai lavoratori”, spiega al termine del Cdm. “Oggi abbiamo una legge complessiva con norme chiare e definite nel rispetto della privacy”, ha detto ancora.
Ispettorato unico. Approvato anche il decreto attuativo sulle attività ispettive, con l’istituzione dell’Ispettorato unico. “Lo spirito- ha spiegato Poletti – è quello di migliorare la performance delle ispezioni: Anziché avere tre soggetti -ha spiegato iol ministro – ci sarà un istituto solo, così semplifichiamo anche per le imprese”.
Cassa integrazione. La cassa integrazione viene estesa a 1,4 milioni di lavoratori delle aziende da 5 a 15 dipendenti. “L’ammortizzatore in costanza di rapporto di lavoro – ha spiegato Poletti – durerà 24 mesi in un quinquennio mobile, periodo che sale fino a 36 se si usa la solidarietà. Sulle aliquote di applica il meccanismo bonus malus, paga di più chi più usa la cassa”. Il ministro ha chiarito anche che la Naspi, il nuovo assegno contro la disoccupazione involontaria durerà 24 mesi.
Ma in agenda c’erano anche cinque testi nell’ambito della revisione del sistema fiscale, al secondo esame preliminare. Prevedono che gli sconti fiscali (tax expenditure) siano da rivedere o cancellare ogni cinque anni. Contemplato anche l’arrivo della notifica via web delle cartelle esattoriali e il calo dell’aggio Equitalia dal 4,65 all’1% per chi paga la cartella entro 60 giorni (dopo il 6%, dall’8%), con la possibilità di fare piccoli ritardi (7 giorni) nel pagamento di rate. Per l’Agenzia delle Entrate arriva il via libera a sostituire i dirigenti decaduti con la sentenza della Corte Costituzionale con dei quasi-dirigenti: dipendenti in “posizioni organizzative” con funzioni dirigenziali a cui saranno garantite specifiche indennità economiche. Novità che il governo intende recepire dalle indicazioni che il Parlamento ha fornito su cinque schemi di decreti di attuazione della delega fiscale. Nell’ordine del giorno sono finiti anche i decreti sulle sanzioni penali e sul contenzioso tributario, che alla vigilia sembrava potessero slittare ancora di qualche giorno. I testi torneranno alle Camere perchè alcune osservazioni parlamentari non sono state accolte: tra queste quella di “vincolare” una percentuale degli incassi della lotta all’evasione per finanziare il Fondo per la riduzione delle tasse. Ma deputati e senatori avranno solo 10 giorni per esprimere un parere. Il governo punta infatti a varare il tutto entro settembre (ma senza la riforma del Catasto), come previsto anche dalle raccomandazioni rivolte all’Italia dall’Ue.