La decisione dei giudici della Corte Costituzionale è arrivata dopo due ore di camera di consiglio.
Sì, invece, ai quesiti sulla cancellazione dei voucher e sulla reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti.
La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum proposto dalla Cgil sull’articolo 18. Lo hanno deciso i giudici riuniti in camera di consiglio per oltre due ore. La Cgil, nel quesito, chiedeva una “nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti”. La Consulta ha invece detto sì ad altri due referendum proposti dalla Cgil, sulla cancellazione dei voucher e sulla reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti.
Il sindacato aveva raccolto 3,3 milioni di firme soprattutto per ripristinare le tutele previste dallo Statuto dei lavoratori cancellate con la riforma del Lavoro.
Camusso: “Ricorreremo a Corte Europea per licenziamenti”. “Abbiamo notato in questi giorni che c’è stato un dibattito intenso sui quesiti referendari, che, a nostra memoria, non ci ricorda precedenti di analoga quotidiana pressione rispetto a come si sarebbe dovuto decidere. Abbiamo dato per per scontato l’intervento del Governo con l’Avvocatura dello Stato, ma questo non era dovuto, è stata una scelta politica”, ha detto il segretario generale di Cgil, Susanna Camusso in conferenza stampa.
“La Corte ha deciso di non ammettere uno dei quesiti – ha proseguito, sottolineando però che questo non rappresenta una sconfitta per il sindacato -. Noi siamo convinti che la libertà dei lavoiratori passi attraverso la loro sicurezza. Valuteremo la possibilità di ricorrere alla Corte Europea in merito ai licenziamenti. Non è che il giudizio della Corte di oggi fermi la battaglia sull’insieme della questione dei diritti”, ha detto ancora. Poi ha aggiunto: “La notizia di oggi è che inizia una campagna elettorale dei due sì ai referendum. Chiederemo al governo tutti i giorni di fissare la data in cui si vota”.
All’udienza di ieri mattina erano presenti 13 giudici su 14, mancava infatti il giudice Alessandro Criscuolo. Dopo aver ascoltato a porte chiuse gli avvocati del comitato promotore del referendum, il professor Vittorio Angiolini e l’avvocato Amos Andreoni, e l’Avvocato dello Stato Vincenzo Nunziata per conto della presidenza del Consiglio, i giudici si sono riuniti in camera di consiglio e dopo un’ora e mezza hanno emesso la loro sentenza. Il risultato è stato quello che tutti si attendevano, anche se fino all’ultimo il parere sull’articolo 18, oggetto da settimane di forti frizioni tra i giudici, è stato in bilico.