E’ stato reintrodotto il reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli disciplinari senza giusta causa in determinate fattispecie
All’interno del Pd, è stato trovato un accordo sul Jobs Act con la minoranza più a sinistra; l’intesa, che potrebbe essere ostacolata dall’Ncd (che fa sapere: “la partita è ancora aperta”) prevede che il teso uscito dal Senato passi alla Camera dove non sarà sottoposto alla questione di fiducia (ma il premier Renzi ha già fatto sapere che, in realtà, l’ipotesi resta in campo, laddove il provvedimento dovesse subire numerose modifiche); contestualmente, allo stato attuale, è stato reintrodotto il reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli disciplinari senza giusta causa in determinate fattispecie. Per i licenziamenti economici, invece, è contemplato solamente un indennizzo monetario.
Altresì, la disciplina sui licenziamenti ingiustificati non sarà definita per mezzo di decreti attuativi, come intendeva fare il Governo, ma sarà inclusa nel Ddl in esame in Aula dove, se approvato, dovrà tornare in Senato per una terza lettura: infatti, tutta la parte sull’articolo 18 non era stata inserita nel documento cui Palazzo Madama aveva dato l’ok.
In definitiva, se tutto procede come da copione, il Jobs Act sarà approvato entro il 2014, in modo da emanare, entro gennaio 2015, i decreti attuativi del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
FONTE: CGIA Mestre