esclusione socialeL’Istat rivela oggi una situazione drammatica sulla condizione degli italiani: nel 2016 quasi 1 su 3 è a rischio povertà o esclusione sociale. Rispetto al 2015 si registra un netto peggioramento: la quota è infatti passata dal 28,7% al 30%.


 

Si fanno sempre più lontani, come ammette l’Istituto di Statistica, gli obiettivi prefissati dalla strategia Europa 2020: la popolazione esposta a rischio di povertà o esclusione sociale è infatti superiore di 5.255.000 unità rispetto al target previsto.

 

L’Istat spiega, poi, come nel 2015, “la crescita del reddito è più intensa per il quinto più ricco della popolazione, trainata dal sensibile incremento della fascia alta dei redditi da lavoro autonomo, in ripresa ciclica dopo diversi anni di flessione pronunciata”. Tali dati rivelano che la forbice tra i più benestanti e i più poveri si è allargata, con un allarmante, ulteriore, incremento delle diseguaglianze economiche.

 

“Da tale scenario emerge chiaramente quanto sia necessario ed urgente, per il Paese, avviare una redistribuzione dei redditi in grado di colmare i forti divari esistenti.” – dichiara Emilio Viafora Presidente di Federconsumatori.

 

Le misure di contrasto alla povertà devono essere accompagnate da politiche di welfare efficaci, oltre che da azioni mirate ad incrementare l’inclusione nel mondo del lavoro. La disoccupazione, infatti, rappresenta uno dei fattori decisivi nella determinazione della condizione di povertà, anche se, purtroppo, non è l’unico.

 

Non è un caso, infatti, che sia peggiorato anche il dato relativo alle persone che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa, passando dal 12,8% all’11,7%.

 

Non si tratta altro che della conferma di ciò che denunciamo da tempo: la mancanza di occasioni lavorative, soprattutto per i giovani, o le loro condizioni precarie, che stanno comportando un crescente impoverimento.

 

È per questo che si rende sempre più urgente un’azione determinata del Governo, affinché dia risposte concrete ed immediate, in termini di opportunità e prospettive di crescita.

 

Il primo passo in questa direzione è l’avvio di un piano strategico per il rilancio dell’occupazione, attraverso investimenti per la crescita e lo sviluppo, nonché attuando un taglio delle tasse sul lavoro.