Seppur con margini di miglioramento i dati ISTAT restano ancora allarmanti: la denuncia arriva da Federconsumatori e Adusbef.
La disoccupazione registrata dall’Istat si attesta all’11,8%, il livello più basso da gennaio 2013. La disoccupazione giovanile, invece, a settembre si attesta al 40,5%. Livelli che, seppure il lievissimo miglioramento, sono comunque estremamente allarmanti.
“Non vogliamo sentire nessun festeggiamento e inno alla ripresa. Di fronte a un tasso di disoccupazione così elevato bisogna bandire ogni ottimismo e rimboccarsi le maniche per creare vera occupazione.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Se ci sono meno persone che cercano lavoro è perché, in buona parte, hanno deciso di lavorare all’estero. È indispensabile che il Governo intervenga prontamente per arginare questa grave situazione, dando prospettive ai giovani e meno giovani senza lavoro e dando un futuro al Paese. Anche perché i risvolti della grave carenza di lavoro che affligge il nostro Paese sono e saranno sempre più drammatici.
Da un lato si ripercuote sulla domanda interna: i cittadini senza reddito, come è ovvio, sono costretti a ridurre drasticamente i propri consumi, così come lo sono le famiglie costrette a mantenere figli, nipoti e parenti senza lavoro, con una spesa media di 400-500 Euro al mese. Un andamento che già ha causato contrazioni rilevanti sul fronte dei consumi: nel triennio 2012-2013-2014 si è registrato un calo del -10,7%, con una diminuzione complessiva della spesa di circa 78 miliardi di Euro, con le conseguenze che tutti conosciamo sul fronte della produzione e dell’ulteriore aggravamento dell’andamento occupazionale.
Dall’altro lato si svela uno scenario drammatico per il futuro, dal momento che tutte le persone, soprattutto i giovani, che sono senza lavoro oggi, saranno senza pensione domani. Per questo è urgente e indispensabile che il Governo prenda coscienza di una situazione che non può più andare avanti e si decida ad avviare quel Piano Straordinario per il Lavoro che invochiamo da tempo.
Un piano che punti su: investimenti per lo sviluppo e la ricerca (di cui nella Legge di Stabilità vi è solo uno scarso e insufficiente accenno); opere di modernizzazione e messa in sicurezza dell’edilizia scolastica e pubblica; un piano dettagliato per la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del nostro Paese.