Il premier: “Il taglio dell’ Ires volevamo farlo nel 2017, pensiamo di poterlo anticipare almeno in parte al 2016. L’obiettivo è di arrivare gradualmente a fare meglio della Spagna dove la tassazione sul reddito d’ impresa si ferma al 25%”.
Restituire la fiducia agli italiani, per continuare ad alimentare un circolo virtuoso che già si é innescato, e che potrebbe portare la crescita a toccare l’ 1% già nel 2015.
A diffondere ottimismo é il premier Matteo Renzi che a meno di due settimane dal varo della legge di Stabilità si dice convinto che in dieci anni, o anche meno, l’Italia diventerà “l’economia più forte” dell’ Europa e annuncia in diretta dalla tv pubblica che dal prossimo anno il canone Rai sarà meno caro, 100 euro contro gli attuali 113, ma andrà pagato in bolletta. Perchè‚ in Italia, assicura, “il tempo dei furbi é finito” e le tasse “le abbassiamo e le pagano tutti”.
E proprio la riduzione della pressione fiscale resta il perno della prossima manovra, che punterà ad aumentare il reddito disponibile per le famiglie, con il taglio, confermato, delle tasse sulla prima casa, ma anche a sostenere le imprese, attraverso una riduzione dell’Ires che comincerà già il prossimo anno “per tutti”.
Un intervento “significativo sul lavoro, di riduzione di tasse per le imprese”, spiega il premier a ‘ In mezz’ ora’, “volevo portarlo nel 2017, ma credo che riusciremo ad anticiparlo, almeno in parte, al 2016”. E la “sorpresina per gli amici che vogliono investire” sarà generalizzata perchè‚ un “massaggio cardiaco” alle sole imprese del Sud, come suggerivano alcune simulazioni circolate negli ultimi giorni, andrebbe contro la disciplina Ue sugli aiuti di Stato. Certo, ora bisognerà vedere come calibrare la misura, spiegano i tecnici, visto che ogni punto di Ires in meno costa 1,2-1,3 miliardi e che le risorse a disposizione non sono infinite.
Ma la strada é tracciata e l’obiettivo, ribadisce il premier, resta quello di arrivare gradualmente a fare “meglio della Spagna”, dove la tassazione sul reddito d’ impresa si ferma al 25% (oggi in Italia le imprese pagano tra Ires e Irap il 31,4%). Peraltro per le imprese ci sono anche diversi altri interventi in cantiere, che vanno dal rafforzamento della Sabatini a quello del credito d’ imposta per la ricerca che al momento restano nella lista delle cose da fare. E sul tavolo resta anche la possibile proroga degli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato, che andranno comunque “ridotti”, precisa Renzi, perchè‚ “funzionano solo se sono una tantum, sennò diventano una sorta di metadone”. Per reperire i fondi necessari però non ci sarà un anticipo della ‘ digital tax’ al 2016, ipotesi smentita seccamente dal premier: “Dobbiamo trovare un modo per far pagare le grandi multinazionali ma “cum grano salis” e a livello europeo. O l’ Europa lo fa nel 2016 o noi nel 2017, abbiamo detto. Ma dobbiamo evitare di farla percepire come una tassa sull’ innovazione”.
A dare una mano ci penserà invece la ‘ voluntary disclosure’ che già ha portato nelle casse dello Stato un miliardo e mezzo e che può arrivare il prossimo anno, nelle previsioni del capo del governo fino a 5 miliardi. Intanto comunque “saremo molto prudenti nel bilancio, metteremo 2-2,5 miliardi”.
Cui si aggiungeranno anche altre buone performance del recupero dell’ evasione, come quella dell’ Iva, che, come anticipa il premier, a fine settembre ha fatto segnare un +4,3% rispetto allo scorso anno, “circa 3 miliardi”, di cui al massimo “l’ 1% deriva dal fatto che l’ Italia va un po’ meglio”.
Avanti anche con la spending review che sta “procedendo bene”, anche se é probabile che quest’ anno si metteranno nero su bianco interventi per 6-7 miliardi, rispetto ai 10 indicati con il Def di aprile. Di sicuro si procederà con il taglio “di 1000 poltrone” che dovrebbe arrivare con il testo unico sulle partecipate locali che sarà, come suggerito dal premier, collegato alla legge di Stabilità.