Essere insensibili all’ipocrisia che si percepisce, è a sua volta ipocrisia. Si può essere ipocriti anche rimanendo zitti di fronte all’ipocrisia.
Quel silenzio che fa sì, che l’ipocrisia diventi una costante e diventi sistema.
I giornalisti tra gli ipocriti nell’Inferno di Dante
Se esistesse davvero l’inferno di Dante, i giornalisti passerebbero dalla loro prigione terrena, perché l’ipocrisia è già di per sé una prigione, alla nuova prigione della VI bolgia infernale dell’VIII cerchio dell’inferno, dove Dante aveva posizionato gli ipocriti, costretti a indossare dei pesanti mantelli con cappuccio basso simili alle cappe dei monaci cluniacensi, dorati all’esterno e di piombo all’interno, che provocano loro dolore e li costringono a camminare lentissimi.
Molto vicini ai loro compagni di merenda della III bolgia in toga nera.
I politici tra i traditori della patria
Sotto, nel IX cerchio, nella seconda zona, Antenora, i politici di questo governo, sarebbero immersi nel ghiaccio con il viso all’insù. Giusta punizione per i traditori della patria del nuovo governo “poli-tecnico” multicolor.
I ministeri assegnati alla politica, sono come l’ufficio assegnato al ragioner Mingnolin di Varese, dal racconto “La rivolta” della raccolta di racconti “Ho baciato Totò Cuffaro” di Rocco Chimera, che non sapendo dove collocare il poveruomo l’hanno messo a dirigere l’ufficio “Accadimenti strani e meravigliosi sul territorio nazionale”, creato apposta per lui.
E solo uno come il ragionier Mignolin può scambiare per una rivoluzione, l’assembramento condito di tafferugli, di un gruppo di professionisti e persone facoltose davanti all’ufficio di collocamento per assicurarsi una badante o una cameriera extracomunitaria, dopo la legge Bossi-Fini.
Mentre i ministeri assegnati ai tecnici, ricordano quel “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che siete simili a sepolcri imbiancati, belli di fuori, ma pieni dentro di ossa di morti e di ogni sporcizia!” dal Vangelo di Matteo.
Un solco profondo tra politici e tecnici
Di fatto, esiste un solco profondo, tra i due schieramenti dei politici e dei tecnici, che la stampa fa finta di non vedere, perché il messaggio che deve passare è quello di un governo molto politico con un supporto tecnico di “alto profilo”.
Se ci crede la stampa, bisogna crederci tutti per forza o comunque fingere di crederci, basando i ragionamenti su quella che sappiamo già essere una base non solida, ma che per mancanza di tempo e voglia di approfondimento diventa base dei nostri ragionamenti. Anche se le informazioni sono delle menzogne, si diffonderanno e saranno patrimonio comune, diventando in breve una verità che un giorno sarà storia.
La storia di un virus che muta, per la sua stessa sopravvivenza, come muta la politica allo stesso modo e per lo stesso motivo, con la sua variante inglese a quella sudafricana, passando dalla variante giallo-verde, a quella giallo-fuxia, alla variante Aspen Istitute o quella del Britannia. Entrambi i virus lottano per la loro sopravvivenza ed entrambi hanno bisogno di sfruttare in qualche modo l’essere vivente e installarsi dentro un organismo; perché i virus hanno bisogno del supporto di organismi per replicarsi, organismi come il nostro cervello ad esempio.
Ma i virus hanno dei limiti, come li ha la stampa di propaganda, non hanno un loro metabolismo e per questo i virus sono stati spesso descritti come “organismi ai margini della vita”. Sono dei parassiti e come tali vivono, condannati a non brillare mai di luce propria, ma sotto il riflesso dell’ipocrisia, supportati da organismi che non hanno sviluppato l’immunità. Non quella di gregge.
Fonte: articolo di Roberto Recordare