L’invidia, come qualsiasi virus, ha bisogno di un pubblico per diffondersi. Infatti, si è invidiosi di qualcuno, quando ci si sente superati davanti a una collettività, a un’opinione pubblica che applaude qualcun altro.
E’ un meccanismo di difesa, un tentativo disperato di salvaguardare la propria identità quando la si sente minacciata dal confronto con gli altri, confronto che si regge sull’impalcatura sociale a cui si è legati e in cui si è investito del tempo per il proprio posizionamento.
L’invidia in termini psicologici
In termini psicologici potremmo dire che l’invidia è un tentativo un po’ maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell’altro. L’invidia è il sintomo della mancanza di autostima e di apprezzamento del proprio valore.
E’ come vedere qualcuno che ti sorpassa in autostrada e avere quel guizzo che si può avere, se ritieni che la macchina che ti sorpassa è di pari livello alla tua e tu vedi il viaggio come una corsa, per cui bisogna arrivare primi.
L’invidia consiste nel non vedere mai le cose in sé stesse, ma soltanto in rapporto ad altre. Se chi fa il sorpasso ha una Ferrari e non si ritiene di poter essere al suo livello, si accetta magari di essere superati, ma se si ritiene di essere allo stesso livello, si soffre il sorpasso, a meno che non si ha a fianco il nostro amore a cui dare retta o una bella musica in cui si può essere immersi.
Allora, non ci si accorge neanche se qualcuno ha fatto un sorpasso o meno, perché lo status è tale, che il sorpasso passa inosservato, perché si è concentrati sulla propria felicità, quella stessa felicità che non sfugge mai agli altri.
Non sfugge mai a quelle persone che non apprezzano la loro vita, per cui hanno bisogno di perdere il loro tempo a giudicare quella degli altri. Allora questi ci mettono tutta la loro passione, a fare una ricerca al microscopio delle mancanze altrui, dimenticando di cercare di essere felici, ma concentrandosi nell’impedire che gli altri lo siano, per cui il guadagno altrui viene quasi sempre percepito come una perdita propria.
L’invidia è logorante
Manca sicuramente la consapevolezza di quanto l’invidia sia logorante, come bere ogni giorno un po’ di veleno e sperare che l’altra persona muoia, mentre invece quest’ultima può godere della lode che in un certo senso l’invidioso ha per lui senza saperlo.
Quell’invidia che non si sa mai descrivere e confessare a nessuno, né al prete e né allo psicanalista, perché è più facile confessare le paure, le gelosie o l’odioe non l’invidia.
Fonte: articolo di Roberto Recordare