Da un po’ di tempo è diventata una moda praticata da molti investitori della rete: cresce l’attenzione verso il trading online, strumento che altro non è che l’arte di investire in modo tradizionale ma spostata sul web.
Chi si avvicina a questo prodotto quindi decide di provare a investire in modalità autonoma in rete, senza così richiedere alcun supporto o intermediazione di banche, promotori, consulenti ecc… il web è noto anche per questo: per abbattere tempi e difficoltà. Solo che non sempre questa caratteristica può essere positiva.
Partiamo con una premessa: il trading online implica l’uso di strumenti finanziari tradizionali (le azioni ad esempio) ma anche il ricorso a prodotti assolutamente nuovi. Su tutti, il più noto e famigerato è il Forex. Si tratta dell’investimento sul mercato della valute estere (Forex è l’acronimo di Foreign Exchange), che in realtà è sempre esistito. Solo che ora è fruibile a chiunque da un pc, un tablet o uno smartphone.
Ormai questa parola è entrata di diritto nel novero delle espressioni di utilizzo quotidiano; basta navigare in rete per essere letteralmente sommersi da messaggi promozionali di ogni genere sullo strumento Forex. Eppure si sta parlando di qualcosa di tremendamente pericoloso; il web è pieno di storie di utenti che hanno perduto i propri soldi. Se si cerca bene si trovano anche queste, non soltanto i messaggi tesi a magnificare questo prodotto prefigurando guadagni enormi.
Il portale Guida al Forex ad esempio raccoglie una serie di testimonianze di utenti della rete che hanno deciso di investire autonomamente nel Forex; sia storie di chi è riuscito a guadagnare qualcosa, che (e sono quelle più numerose) esperienze negative con il Forex.
Ma la maggior parte di ciò che circola in rete è legato ad un messaggio distorto da far passare per cercare di vendere lo strumento come una fonte di facile guadagno. Ovviamente a ‘ricamare’ più degli altri su questa indicazione sono coloro che dal meccanismo ci guadagnano enormemente: i broker.
Si parla della piattaforme di investimento, quelle sulle quali l’utente deve necessariamente registrarsi e aprire un account con soldi per poter iniziare ad utilizzare lo strumento. In rete circolano tantissimo broker, alcuni dei quali non hanno neanche i regolari permessi per operare (al riguardo, l’elenco dei broker autorizzati dalla Consob e che quindi sono a norma in Italia lo si trova all’indirizzo http://www.consob.it/main/documenti/intermediari/albi/COM.html?symblink=/main/intermediari/imprese_investimento/com_lnk.html)
Da una parte c’è quindi un mondo enorme dipinto come terreno ricco di occasione per l’investitore e gestito da broker che fanno affari d’oro; dall’altra parte invece, c’è l’utente della rete, che opera spesso e volentieri in autonomia senza supporto né consiglio di alcuno e che quindi può cadere nella tentazione di iniziare a investire, spinto dai tanti messaggi di facili guadagni.
Una miscela esplosiva dentro la quale l’utente rischia di scivolare e rimanere scottato: che tradotto in termini di investimento vuol dire andare a perdere i propri soldi.