Non è mai piacevole quando si ricevono nella propria “cassetta della posta” intimazioni di pagamento a vario titolo: ma non bisogna andare nel panico, ecco cosa si può fare per risolvere.
L’educazione civica, ma anche il buon senso, ci impongono di pagare sempre le tasse o altre tipologie di “debiti” che abbiamo con lo Stato in cui abbiamo la nostra residenza fiscale.
Tuttavia a volte non tutto va come dovrebbe e sorgono situazioni spiacevoli che portano ad avere debiti con il fisco: in tal caso si possono ricevere intimazioni di pagamento per aver accumulato carichi fiscali non pagati. Ma alle volte si ricevono intimazioni anche per errore, per somme non dovute o per altri motivi non direttamente dipendenti dalla nostra persona. Si tratta di qualcosa, in un caso o nell’altro, che capita più spesso di quanto si possa pensare.
Cosa occorre fare in questi casi: pagare (se possibile), accettare in silenzio di pagare una somma non dovuta oppure tentare di trovare un accordo e di far valere le proprie ragioni?
Senz’altro tutti risponderanno con quest’ultima opzione: scopriamo dunque come fare.
Intimazioni di pagamento da Agenzia Entrate-Riscossione/Equitalia
Per anni Equitalia, adesso Agenzia delle Entrate-Riscossione, ha rappresentato una presenza diciamo “ingombrante” per alcuni cittadini italiani.
Nello specifico le intimazioni di pagamento hanno rappresentato (e purtroppo) rappresentano ancora oggi uno spauracchio per debitori e cittadini in generale: si tratta di un atto giudiziario con un termine di soli 5 giorni per pagare o per richiedere una rateizzazione del proprio debito.
Decorso questo termine, estremamente breve, l’ente di riscossione può agire esecutivamente in modo diretto sul cittadino coinvolto.
E a questo punto occorre correre ai ripari: opporsi e ricorrere contro il provvedimento è senz’altro l’unica via per poter trovare un compromesso a proprio favore. Ma lo si può fare solo per determinati motivi: l’intimazione infatti può essere “arginata” solo per vizi propri dell’atto. E spesso i tempi sono anch’essi molto brevi: tra 20 e 60 giorni al massimo in base al “creditore”.
La soluzione: interpellare un avvocato o uno studio legale esperti in debiti con il fisco
Per tirarsi fuori da questo tipo di problematiche in maniera rapida e meno indolore possibile la soluzione è spesso la più ovvia: interpellare un avvocato o uno studio legale.
Infatti consultare un avvocato per debiti con il fisco può essere il miglior modo per risolvere la controversia finanziaria.
Nello specifico è meglio affidarsi a un team legale di professionisti che abbia come campo di specializzazione il diritto tributario, previdenziale o in generale legato ai carichi pendenti del cittadino con l’Amministrazione statale.
Anche perché il cittadino debitore, da solo, difficilmente può districare questa matassa. Solo legali di rinomata professionalità possono fornire consulenza, tutela e assistenza legale nel modo più completo.
In quel caso si può arrivare in maniera ragionata alla soluzione più adatta alle esigenze del contribuente in difficoltà, come ad esempio la rateizzazione del debito o, se rientrante nelle casistiche del decreto legge n 193/2016 e s.m.i, alla rottamazione delle cartelle esattoriali.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it