Una ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano, condotta su 250 top retailer nel 2014, ha messo in evidenza che gli investimenti in innovazione sono aumentati del 25%. Tra le tendenze c’è l’integrazione sempre più marcata tra punto di vendita fisico e digitale e il ricorso a chioschi e vetrine smart.

Crisi, calo dei consumi, bisogno di ridurre i costi e trovare nuovi clienti: anche nel settore del retail in Italia cresce la voglia di innovazione. Nel 2014 gli investimenti sono aumentati in media del 25%, anche se sono ancora solo il 15% del totale degli investimenti, e meno dell’1% del venduto. Ancora troppo poco, ma comunque un segnale.

I dati sono quelli di una ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, che ha analizzato l’attività di 250 top retailer italiani nel 2014 e le loro previsioni per il 2015.

Come aveva già raccontato a EconomyUp Fabrizio Valente, fondatore di Kiki Lab e tra i massimi esperti di questa materia, il cliente è sempre un passo avanti rispetto al negoziante. Anche dai dati dell’Osservatorio emerge questo: l’esperienza del negozio fisico è sempre più digitale. Il 42% dei clienti usa lo smartphone per confrontare i prezzi, il 30% per inviare messaggi o foto degli acquisti, il 25% per trovare altre informazioni sulla merce.

Per ora, però, la maggior parte dell’innovazione da parte dei negozianti italiani non è andata nella direzione di questo cliente già digitale ma per rendere più efficiente ed economico il back-end. Il 70% del campione ha investito nel 2014 o investirà nel 2015 per strumenti come comunicazione integrata con altre imprese, fatturazione elettronica, sistemi di business intelligence analytics, soluzioni per la gestione delle scorte e i processi di magazzino.

L’innovazione diretta al cliente finale, invece, è fatta sopratutto di chioschi, totem e touch point, come quelli prodotti dalla Inventia di Andrea Cinelli, sui quali ha investito il 36% dei negozi italiani nel 2014. Seguono le soluzioni «di prevendita» come vetrine intelligenti e cartellini interattivi, che servono a integrare le informazioni sul prodotto a disposizione dell’acquirente. A questa categoria appartengono anche gli smart mannequin di Almax, che abbiamo mostrato nellapuntata di EconomyUp “Lo shopping del futuro” andata in onda su Reteconomy.

Un altro ambito in cui hanno investito i retailer italiani è l’integrazione tra punto di vendita fisico e punto di vendita digitale, in particolare con soluzioni di online selling all’interno dei negozi, che possono essere sia tablet per i venditori che sistemi self service sui quali il cliente può finalizzare in autonomia l’acquisto online. La tendenza è quella dell’omnicanalità, l’uso integrato di tutti i punti di vendita (fisico, web, mobile), che ormai riguarda il 65% dei retailer. In questo processo, i settori più evoluti sono elettronica di consumo, editoria e abbigliamento.

Infine, c’è l’innovazione al momento del pagamento. Il 50% ha adottato le casse di self checkout, che però ormai è difficile considerare innovazione. Il 34% del campione si è dotato di sistemi di cassa più evoluti e il 36% ha intenzione di farlo. I pagamenti contactless o Pos sul cellulare sono invece ancora poco diffusi (solo 17%).

Poi ci sono i sistemi di couponing e fidelizzazione che consentono l’invio di promozioni al cliente dentro il negozio e di usare il coupon digitale direttamente alla cassa del punto vendita, il cosiddetto marketing di prossima, una delle tendenze che saranno sempre più visibili nei prossimi anni.

 

 

FONTE: Economy Up (www.economyup.it)

AUTORE: Ferdinando Cotugno

 

 

 

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