L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) non vuole lanciare inutili allarmisimi, ma indica che la situazione relativa all’influenza aviaria va monitorata con attenzione.
L’Oms raccomanda ai Paesi di rafforzare la sorveglianza negli ambienti in cui gli esseri umani e gli animali d’allevamento o selvatici interagiscono: questo il succo del recente intervento del direttore generale dell’OMS, che esorta a mantenere alta la guardia per evitare qualsiasi rischio di nuove pandemie.
Scopriamo nel dettaglio qual è la situazione attuale e per quale motivo l’OMS ha lanciato questa allerta.
Influenza aviaria: il monito dell’OMS
A lanciare un appello per la sicurezza è stato, durante il periodico briefing virtuale con la stampa, il direttore generale dell’OMS , Tedros Adhanom Ghebreyesus: “Il rischio per l’uomo è basso ma la recente diffusione ai mammiferi deve essere monitorata attentamente […] Nelle ultime settimane ci sono state diverse segnalazioni di mammiferi tra cui visoni, lontre, volpi e leoni marini che sono stati infettati dall’influenza aviaria H5N1. Il virus ha circolato ampiamente negli uccelli selvatici e nel pollame per 25 anni, ma la recente diffusione ai mammiferi deve essere monitorata attentamente. Per il momento, l’Oms valuta il rischio per l’uomo come basso, ma dobbiamo prepararci a ogni evenienza.”
Pertanto l’OMS raccomanda ai Paesi di rafforzare la sorveglianza negli ambienti in cui gli esseri umani e gli animali d’allevamento o selvatici interagiscono. Inoltre richiama all’importanza di non toccare o raccogliere animali selvatici morti o malati, ma di segnalarli alle autorità locali.
Va detto anche che, allo stato attuale, diversi casi di infezione da influenza aviaria tra gli esseri umani emergono in diversi Paesi del mondo, ma con una frequenza sporadica e strettamente legati allo stretto contatto con esemplari avicoli infetti, vivi o morti. Finora non risultano segnalati casi di trasmissione da uomo ad uomo.
Che cos’è l’influenza aviaria?
Il virus appartiene al genere Orthomyxovirus (famiglia Orthomyxoviridae), tipo “A”. Si tratta di virus a RNA, pleomorfi (cioè di forma variabile) più o meno tondeggianti del diametro di circa 100–120 nm.
Si tratta di una malattia infettiva contagiosa altamente diffusiva, dovuta a un virus influenzale di ceppo A (orthomyxovirus), che colpisce diverse specie di uccelli selvatici e domestici, con sintomi che possono essere:
- inapparenti o lievi (virus a bassa patogenicità),
- oppure gravi e sistemici con interessamento degli apparati respiratorio, digerente e nervoso e alta mortalità (virus ad alta patogenicità).
Il virus può trasmettersi agli umani, come definitivamente dimostrato a partire dal 1997.
L’epidemia da virus H5N1, iniziata alla fine del 2003 nel sud-est asiatico, ha coinvolto sinora più di 150 milioni di volatili. Oltre che in Vietnam, Thailandia, Cambogia, Laos, Indonesia, la malattia è stata individuata in Corea, Giappone, Cina, Russia, Kazakistan, Mongolia. Dall’ottobre 2005 il virus è entrato in Europa, in Turchia, e da qui nel resto del continente, variamente segnalato soprattutto nei volatili selvatici, nonché in Italia.
Nel corso del 2022, focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) risultano segnalati nel pollame o in volatili in cattività in:
- Ungheria
- Paesi Bassi
- Slovacchia
- Germania
- Croazia (contea di Osjecko-Baranjska)
- Bulgaria (provincia di Dobrich)
- e Francia.
I Governi hanno pertanto istituito zone di protezione e di sorveglianza attorno a tali focolai.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it