L’aumento dei prezzi di beni di prima necessità è ormai una costante che incide sul carrello della spesa degli italiani, ridotti quasi alla fame perché a causa dell’inflazione continua crescere la spesa di pasta, olio e pane.
Negli ultimi anni, tra i banchi dei mercati e gli scaffali dei supermercati, si registra una continua crescita dei prezzi, con un impatto rilevante sulle famiglie, costrette a modificare le proprie abitudini di acquisto e a fare rinunce per arrivare a fine mese.
Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (ONF), il consumo di carne e pesce è sceso del 16,9%, con una preferenza crescente per tagli e prodotti meno costosi. Il 49% dei consumatori acquista prodotti prossimi alla scadenza, mentre gli acquisti nei discount sono aumentati dell’11,9%. A questo si aggiunge una significativa rinuncia alle cure sanitarie: circa 4,5 milioni di italiani, dei quali 2,5 milioni per motivi economici, non possono permettersi trattamenti medici necessari.
L’inflazione colpisce soprattutto pasta, olio e pane
La lista dei prodotti con i maggiori aumenti nell’ultimo decennio mostra i rincari che hanno maggiormente colpito i portafogli. In vetta troviamo alimenti di largo consumo della dieta mediterranea: la pasta, ad esempio, ha registrato un incremento dell’84%, passando da 1,55 euro al chilogrammo nel 2014 a 2,85 euro nel 2024, mentre il prezzo dell’olio extravergine d’oliva è salito dell’81%, da 6,64 euro al litro a 11,99 euro. Anche altri prodotti come riso, farina e tonno in scatola hanno subito aumenti consistenti, che si sommano a una percezione distorta del costo reale a causa della riduzione dei formati delle confezioni (fenomeno noto come shrinkflation).
Parallelamente a questi rincari, alcuni prodotti hanno visto un calo dei prezzi, sebbene rappresentino eccezioni: i cereali da colazione hanno registrato un calo del 29%, mentre i biscotti senza lattosio e il pane in cassetta sono scesi rispettivamente del 26% e del 20%.
Top ten degli aumenti nei prezzi dei prodotti essenziali (2014-2024)
Prodotto | Prezzo 2014 | Prezzo 2024 | Var. % |
---|---|---|---|
Pasta (1 kg) | €1,55 | €2,85 | +84% |
Olio extra vergine (1 l) | €6,64 | €11,99 | +81% |
Fette biscottate (confezione) | €1,70 | €2,79 | +64% |
Riso (1 kg) | €2,79 | €4,25 | +52% |
Farina (1 kg) | €0,96 | €1,45 | +51% |
Tonno in scatola (1 kg) | €13,50 | €20,30 | +50% |
Passata di pomodoro (1 l) | €1,33 | €1,99 | +50% |
Zucchero (1 kg) | €1,29 | €1,79 | +39% |
Pane (1 kg) | €3,30 | €4,38 | +33% |
Caffè al bar | €0,98 | €1,18 | +20% |
Prodotti in controtendenza (2014-2024)
Prodotto | Prezzo 2014 | Prezzo 2024 | Var. % |
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Cereali da colazione | €3,29 | €2,35 | -29% |
Biscotti senza lattosio | €3,52 | €2,59 | -26% |
Pane in cassetta | €1,62 | €1,29 | -20% |
L’impatto dell’inflazione e l’esigenza di interventi strutturali
Analizzando i dati sull’inflazione, si nota come l’aumento dei prezzi di beni ad alta frequenza di acquisto abbia subito un’accelerazione. Se nel 2022 l’indice dei prezzi per l’intera collettività segnava un +8,1%, la crescita dei prezzi dei prodotti di largo consumo è stata ancora più incisiva. Questo andamento evidenzia quanto sia diventato oneroso, in particolare per le famiglie a reddito medio-basso, affrontare le spese quotidiane, alimentando il divario economico-sociale.
In risposta a questa situazione, le associazioni dei consumatori chiedono misure che possano mitigare il peso dell’inflazione. Tra le proposte figurano una revisione delle aliquote IVA su beni di largo consumo, la creazione di fondi per contrastare la povertà energetica e alimentare, e l’adozione di politiche per ridurre le disuguaglianze, tutte iniziative che potrebbero alleviare le difficoltà economiche che colpiscono una parte crescente della popolazione.