Quello della moda è un mondo che ha sempre avuto un grandissimo fascino, è un business incredibile, su cui anche la nostra nazione trae grandissimi profitti ogni anno. C’è un aspetto che però non si tende a considerare quando si parla di outfit e ultime tendenze: il mondo dell’industria tessile produce un bel po’ di inquinamento. Quando fate il vostro shopping, magari comprate una di quelle camicie da donna particolari ma molto carine, uscite dal negozio soddisfatti ma vi siete mai chiesti cosa comporta per l’ambiente produrre capi di abbigliamento e accessori?
Scopriamo insieme qual è il vero impatto che produce l’industria del fashion sull’ambiente che ci circonda, ne rimarrete davvero sorpresi.
L’impatto dell’industria sul nostro pianeta
La prima domanda che sicuramente vi verrà in mente è: la moda come inquina? Pensate in senso stretto alle fabbriche dove vengono prodotti i tessuti: una ditta che realizza prodotti tessili sfrutta una quantità di acqua enorme.
I jeans che state indossando o la vostra maglietta sono stati realizzati sfruttando pesantemente le risorse idriche. Si parla addirittura che l’industria del fashion abbia consumato ben 79 trilioni di litri di acqua annuali. Una cifra esorbitante che vi fa capire che impatto abbia sul consumo delle nostre risorse naturali. Il covid ha solo che peggiorato i dati della statistiche, come ci dimostra uno studio “The State of Fashion”. Purtroppo, la pandemia ha avuto effetti devastanti sull’ andamento dell’economia del nostro pianeta in generale e anche la moda ne ha risentito.
Un altro modo in cui l’industria del tessile inquina l’ambiente è attraverso le emissioni, questo settore rappresenta una quota che arriva fino al 15% di tutte le emissioni prodotte sulla terra. Oltre a questo, molti dei tessuti che utilizziamo tutti i giorni vengono fatti con l’utilizzo del petrolio. A questo bisogna aggiungere che ora la popolazione acquista molto di più e molti più vestiti finiscono nelle discariche e addirittura in mare. L’abbigliamento diventa così un prodotto pericoloso, che non viene smaltito nella giusta maniera, e contribuisce alla diffusione delle microplastiche nelle acque marine.
Come fermare l’inquinamento del fashion?
Per fortuna l’Unione Europea è intervenuta per regolamentare al meglio l’industria della moda e per cercare di migliorare la situazione. Uno degli obiettivi principali è quello di favorire il riuso dei capi di abbigliamento, per evitare dunque che aumenti il fenomeno del rifiuto incontrollato.
L’Europa ha stanziato la cifra di 3,2 miliardi per aiutare il mondo della moda a migliorare i suoi sistemi produttivi, per evitare che la situazione precipiti. L’obbietto è rinnovare i metodi industriali di produzione dei tessuti, formare il personale per rendere le persone maggiormente coscienti e attente. Inoltre, sono previste maggiori azioni di controllo per chi sgarra e non rispetta le regole.
Queste misure sono necessarie, anche per contrastare il fenomeno della fast fashion, che è quello che inquina di più. Le tendenze cambiano troppo velocemente, le persone acquistano capi sempre nuovi, buttano i vecchi alimentando così un ciclo vizioso e incontrollato di accumulo di rifiuto e inquinamento.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it