La stasi rilevata negli ultimi mesi segnala l’assenza di veri sintomi di ripresa della domanda delle famiglie i cui livelli sono ancora del 12% inferiori rispetto alla fine del 2007.
L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra ad ottobre una variazione nulla rispetto settembre e un calo dello 0,5% su base annua. La stasi rilevata negli ultimi mesi segnala l’assenza di veri sintomi di ripresa della domanda delle famiglie i cui livelli sono ancora del 12% inferiori rispetto alla fine del 2007. La fase di recessione-stagnazione, che ha caratterizzato gran parte del 2014, non sembra destinata a mutare radicalmente nei prossimi mesi, stante la debolezza di tanti indicatori congiunturali, alcuni dei quali segnalano un peggioramento.
Continua a deteriorarsi a novembre il clima di fiducia delle famiglie, che da agosto non mostra segnali di inversione di tendenza. E i consumi di Natale saranno inevitabilmente in linea con l’andamento attuale. Anche il sentiment delle imprese ha registrato, nello stesso mese, un ripiegamento, sintesi di andamenti differenziati tra gli operatori dei diversi settori economici. A fronte di un indebolimento della fiducia delle imprese dei servizi e delle costruzioni, il commercio al dettaglio e, in misura più modesta, il settore manifatturiero, segnalano un recupero del grado di fiducia.
Stando alle stime di Confindustria, a novembre si è registrato un recupero della produzione industriale dello 0,1%, più basso rispetto a quello stimato ad ottobre (+0,3%), risultato che conferma la debolezza del ciclo produttivo anche nella parte finale dell’anno. I dati sugli ordinativi, riferiti allo stesso mese (+0,2% congiunturale), sembrano indicare anche per l’inizio del 2015 una dinamica produttiva modesta. Sul versante del mercato del lavoro, la debolezza dell’attività produttiva ha determinato, dopo il modesto incremento che si era registrato nei mesi di agosto e settembre, un’evoluzione negativa dell’occupazione. A ottobre gli occupati si sono ridotti, in termini congiunturali, di 55mila unità in termini congiunturali. portando ad un calo, rispetto ad ottobre 2013, di oltre mille unità.
Il sensibile aumento del numero di persone in cerca di occupazione (+90mila rispetto a settembre, +286mila su base annua) ha portato il tasso di disoccupazione al record storico del 13,2%. In linea con il peggioramento rilevato nel mercato del lavoro, le ore autorizzate di CIG sono tornate ad aumentare in misura sensibile (+19,3% ad ottobre). Su questo andamento hanno inciso le richieste relative alla CIG straordinaria (per la quale le ore autorizzate nei primi 10 mesi superano già quelle complessive degli anni precedenti) e l’esplosione delle ore autorizzate in deroga (+136,4% nel confronto annuo).
La variazione nulla registrata dall’ICC a ottobre deriva da una flessione dello 0,2% della domanda per la componente relativa ai servizi e da una stasi della componente relativa ai beni. Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, l’unico aumento che si registra rispetto a settembre, riguarda i beni e servizi per la mobilità (+0,9%) in seguito al consolidamento della ripresa della domanda di autovetture da parte delle famiglie; la spesa per alimentari e tabacchi e per i beni e servizi per la cura della persona segnalano stabilità.
Una diminuzione significativa ha interessato, anche nel mese di ottobre, i beni e servizi ricreativi (-0,6%), per effetto di una frenata molto decisa della spesa per beni e servizi d’intrattenimento. La spesa si riduce in misura modesta anche per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-0,1%), per abbigliamento e calzature (-0,1%) e per i beni e servizi per le comunicazioni (-0,1%). La dinamica tendenziale dell’ICC di ottobre mostra una diminuzione dello 0,5%, più accentuata rispetto a quanto rilevato nel mese precedente.
Questo risultato sintetizza un calo significativo dell’1,4% della domanda relativa ai servizi e una stasi della spesa per i beni. Ad ottobre 2014, le uniche variazioni positive, su base annua, si osservano per i beni ed i servizi per la mobilità (+3,3%) influenzati dall’incremento delle vendite di auto ai privati, e per i beni e servizi per le comunicazioni (+2,5%).
Un’accentuata riduzione dei consumi ha interessato gli alberghi, pasti e consumi fuori casa (-1,6%), mentre per quasi tutti gli altri capitoli di spesa si rilevano, su base annua, diminuzioni attorno all’1,0%. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo per il mese di dicembre 2014 si stima un aumento dello 0,1% sia in termini congiunturali, che tendenziali. Il quadro d’insieme riflette l’assenza di spinte inflazionistiche ed il permanere di una dinamica favorevole dei prezzi delle materie prime energetiche.
FONTE: Confcommercio