L’indennità di maternità (o congedo di maternità) è un trattamento economico sostitutivo che spetta alle lavoratrici dipendenti: ecco cosa sapere per il 2024.
La legge tutela sempre le lavoratrici madri, nelle diverse fasi della gravidanza e nei primi anni di vita del bambino.
Tra le diverse misure di tutela troviamo l’Indennità di maternità, un trattamento economico sostitutivo erogato dall’Inps.
Ma come funziona? Vediamolo insieme.
Indennità di maternità 2024: ecco cosa sapere
L’indennità di maternità (o congedo di maternità) è erogata dall’Inps ed è pari all’80% della retribuzione lorda.
Più nello specifico, l’Inps si fa carico dell’indennità all’80% della retribuzione media giornaliera, calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga immediatamente precedente all’inizio del periodo di congedo.
Per “retribuzione media giornaliera” s’intende il totale che si ottiene dividendo per 30 l’importo totale della retribuzione del mese precedente a quello nel quale ha avuto inizio il congedo.
Nell’importo, devono essere aggiunti anche il rateo della tredicesima, la mensilità o i trattamenti accessori erogati eventualmente.
Nella maggior parte dei contratti collettivi viene prevista un’ulteriore integrazione a carico del datore di lavoro, per ridurre al minimo la differenza tra lo stipendio percepito solitamente e la suddetta maternità. In questo caso, l’indennità può arrivare fino al 100%.
Indennità di maternità 2024: quanto dura
La durata del congedo di maternità obbligatorio e retribuito dall’Inps è pari a cinque mesi.
Secondo le regole stabilite dall’Inps e negli articoli 16 e seguenti del Testo unico sulla maternità e sulla paternità, il periodo di congedo parte da due mesi prima dalla data presunta del parto. Dopo il parto, si potrà usufruire degli altri tre mesi di congedo.
Nel caso di gravidanza a rischio o di mansioni incompatibili con la gravidanza, la decorrenza può essere anticipata oppure il congedo può essere prorogato.
Indennità di maternità 2024: tempistiche, modalità e platea
Durante il periodo di maternità, non cambiano le modalità e le tempistiche del pagamento dello stipendio, che dovranno seguire le regole previste fino a quel momento.
Il datore di lavoro anticipa l’indennità Inps alle lavoratrici dipendenti, autonome, parasubordinate o libere professioniste.
Sono escluse le seguenti categorie:
- Lavoratrici stagionali;
- Lavoratrici disoccupate o sospese;
- Operaie agricole (esclusa la facoltà di anticipazione dell’indennità, da parte del datore di lavoro, in favore delle lavoratrici a tempo indeterminato);
- Lavoratrici dello spettacolo saltuarie o a termine;
- Lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (come colf e badanti);
- Lavoratrici assicurate ex Ipsema dipendenti da datori di lavoro che non hanno scelto il pagamento delle indennità col metodo di conguaglio Ca2g.
A queste lavoratrici appena citate, l’indennità viene pagata direttamente dall’Inps, mediante bonifico postale o accredito su conto corrente bancario o postale.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it