Una decisione che farà discutere e che può rappresentare un precedente importante. In materia di concorsi riservati ai professionisti per incarichi gratuiti, Ordine Avvocati impugna il bando del MEF. La motivazione: lesivo della dignità e del decoro del professionista.
Non è la prima volta che un bando di concorso che conferisce degli incarichi da fornire a titolo gratuito. Questo fatto rappresenta, per certi versi, una prassi che spesso Enti Pubblici mettono in atto. Parliamo di Comuni, Amministrazioni Locali che ricorrono a questo “stratagemma”.
Una pratica legale perchè, secondo la legge, è previsto il ricorso a incarichi a titoli gratuito in certe circostanze: i pensionati, per esempio, non possono svolgere consulenze se non in modo gratuito. Questo per evitare che i pensionati possano svolgere mansioni che possono essere affidate a persone più giovani.
Il caso
Ciò nonostante, il ricorso nei bandi a questa pratica fa spesso discutere. Nel caso specifico ha fatto clamore “l’Ente” che ha bandito il concorso: si tratta infatti non di una piccola realtà locale, ma di un Concorso bandito addirittura dal MEF – Ministero dell’Economia e Finanze.
Si tratta nello specifico dell’avviso pubblico di manifestazione di interesse per il conferimento di incarichi di consulenza a titolo gratuito sul diritto – nazionale ed europeo – societario, bancario, dei mercati e intermediari finanziari. I dettagli del concorso sono disponibili in questo file PDF, liberamente scaricabile.
Ciò che proprio non è andato giù ai professionisti è stato proprio che un Ministero abbia scelto come corsia preferenziale l’attribuzione di consulenze a titolo gratuito. E quindi si è scatenata una vera e propria bufera su questo bando, che potrebbe lasciare un segno anche a livello giuridico.
Ordine Avvocati impugna il bando
In particolare sta destando una certa eco l’impugnazione del bando da parte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, come diffuso sulla propria pagina Facebook. In parole povere, per l’Ordine degli Avvocati, l’Avviso Pubblico del MEF, è lesivo della dignità e del decoro del professionista e violativo della disciplina legislativa in materia di EquoCompenso.
La questione tocca un punto dolente poichè, come segnalato dallo stesso Ordine in un comunicato,
“l’equo e giusto compenso è un principio generale e cardine del nostro ordinamento, garantito dalla Costituzione che tutela il diritto del professionista “ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro” (art. 36), anche in ossequio alla “specificità della funzione difensiva” e alla “primaria rilevanza giuridica e sociale dei diritti alla cui tutela è preposta (art. 24 e art 1 co. 2 L. 247/2012).
Gli Avvocati, sempre più spesso in stato di soggezione e debolezza nei confronti dei grandi committenti (pubblici e privati), si trovano costretti ad accettare convenzioni ben lontane da un equo compenso, talvolta indotti dal bisogno ovvero senza la piena consapevolezza che ciò possa determinare in concreto una violazione degli artt. 9, 19, 25 e 29 del codice deontologico vigente.”
Anche i Commercialisti si indignano
Come diffuso in una nota, anche Federcommercialisti si scaglia contro il bando.
La Federcommercialisti esprime la propria indignazione, non potendo tollerare il detrimento delle professionalità acquisite attraverso anni di sapere, competenza, aggiornamento ed esperienze che deriva da siffatto avviso. […] la Federcommercialisti si augura che l’avviso venga al più presto rimosso o integrato secondo i canoni dell’equo compenso per le competenze richieste.
La vicenda, come detto, rischia di avere strascichi notevoli su questo tipo di pratica.
Chi la spunterà? Il Ministero o i professionisti, alla ricerca di una gratificazione che, spesso e volentieri, viene ignorata? Lo scopriremo (forse) presto.