Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del decreto Correttivo al nuovo Codice degli Appalti: ecco il riepilogo delle misure e delle novità introdotte.
Il Decreto Legislativo n. 209 del 31 dicembre 2024, recante disposizioni integrative e correttive al Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023), è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Questo intervento legislativo si propone di ottimizzare l’applicazione pratica del Codice, correggendo criticità emerse nei primi due anni di operatività e adeguandosi alle richieste dell’Unione Europea.
Le principali modifiche, che riassumeremo qui di seguito, riguardano vari ambiti, tra cui il principio di rotazione, l’equo compenso, la digitalizzazione, e il sostegno alle micro, piccole e medie imprese (MPMI).
Queste novità mirano a favorire la collaborazione tra pubblico e privato, incentivando investimenti e garantendo al contempo un maggiore controllo sulla qualità dei progetti.
Principio di Rotazione
Il principio di rotazione, previsto dall’art. 49 del Codice dei Contratti Pubblici, è stato riformulato per introdurre maggiore flessibilità, garantendo comunque trasparenza e correttezza negli affidamenti. La nuova versione del comma 4 consente il reinvito del contraente uscente o l’affidamento diretto a quest’ultimo in circostanze specifiche, previa verifica di alcune condizioni:
- Motivazioni specifiche: il reinvito può avvenire solo in presenza di ragioni ben documentate, ad esempio, la struttura del mercato o l’assenza di alternative valide.
- Qualità del lavoro svolto: il contraente uscente deve dimostrare un’accurata esecuzione del contratto precedente e un’alta qualità della prestazione resa.
- Garanzia di equità: la deroga al principio di rotazione non deve compromettere la concorrenza, né favorire pratiche discriminatorie.
Questa modifica mira a bilanciare la tutela della concorrenza con l’efficienza operativa, permettendo alle stazioni appaltanti di continuare rapporti con operatori affidabili laddove non vi siano alternative valide.
Equo Compenso
L’estensione della normativa sull’equo compenso ai contratti pubblici rappresenta un importante passo verso una maggiore tutela economica per i professionisti del settore. In particolare, il decreto stabilisce regole chiare per i contratti relativi a servizi di ingegneria, architettura e altri servizi tecnici con importi superiori ai 140.000 euro:
- Prezzo base fisso: il 65% dell’importo base di gara non può essere oggetto di ribasso, garantendo così il rispetto delle tariffe minime previste dalla legge.
- Riduzione limitata: per il restante 35%, è ammesso un ribasso tariffario, ma entro limiti ben definiti. La stazione appaltante deve inoltre fissare un tetto massimo per il punteggio economico, che non può superare il 30% del totale.
- Promozione della qualità: il criterio di aggiudicazione si basa sull’offerta economicamente più vantaggiosa, con un’enfasi sul rapporto qualità/prezzo.
Per i contratti inferiori a 140.000 euro, affidati direttamente, è stata introdotta una riduzione massima del 20% sulle tariffe. Questo limite mira a prevenire una competizione al ribasso che potrebbe compromettere la qualità delle prestazioni.
Digitalizzazione
La digitalizzazione è un punto cardine del decreto, con misure volte a semplificare e ottimizzare la gestione digitale dei contratti pubblici. Tra le novità principali:
- Fascicolo virtuale degli operatori economici: l’aggiornamento e la gestione di questa banca dati sono stati resi più efficienti per ridurre gli oneri burocratici.
- Certificazione delle piattaforme: le stazioni appaltanti devono utilizzare piattaforme certificate connesse alla banca dati ANAC, migliorando la tracciabilità e la trasparenza delle operazioni.
- Obbligatorietà del BIM: dal 1° gennaio 2025, l’utilizzo del Building Information Modeling diventa obbligatorio per:
- Progettazione e costruzione di nuovi edifici.
- Interventi su immobili esistenti con importi di gara superiori a 2 milioni di euro.
- Interventi su beni culturali con una soglia comunitaria di 5,538 milioni di euro.
Questi strumenti digitali sono finalizzati a migliorare la pianificazione, la progettazione e la gestione delle opere pubbliche, aumentando l’efficienza e la trasparenza dei processi.
Suddivisione in Lotti e Subappalto
Il decreto rafforza il principio di suddivisione in lotti, sottolineando che i lotti non devono essere solo quantitativi, ma anche funzionalmente autonomi. Questa disposizione mira a favorire una maggiore partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI).
Per quanto riguarda il subappalto, sono previste importanti novità:
- Quota obbligatoria per le PMI: almeno il 20% delle prestazioni deve essere riservato alle PMI, a meno che non vi siano motivazioni oggettive per derogare a questa regola.
- Appalti sotto soglie europee: è consentito riservare gare alle micro, piccole e medie imprese (MPMI) in base alle caratteristiche del mercato e delle prestazioni richieste.
Contratti Collettivi e Revisione dei Prezzi
Il decreto introduce criteri chiari per determinare il contratto collettivo applicabile, distinguendo tra lavori e servizi/forniture. Inoltre, vengono semplificati i processi di adeguamento dei prezzi attraverso strumenti sintetici sviluppati con il contributo dell’ISTAT.
Partenariato Pubblico-Privato
Infine le nuove regole in materia di partenariato pubblico-privato puntano a migliorare la trasparenza e l’efficienza nella gestione delle proposte spontanee:
- Fase preliminare: è introdotta una valutazione iniziale per verificare la fattibilità delle proposte.
- Maggiore trasparenza: tutti i passaggi devono essere documentati per garantire un processo equo e non discriminatorio.