L’intervento è aperto alle imprese, piccole e grandi, costituite in forma di società di capitali, incluse le società cooperative e le società consortili.
Ammontano a 124 milioni di euro le risorse stanziate per la riconversione e la riqualificazione produttiva di aree interessate da situazioni di crisi industriali non complessa in base alla legge 181/89.
La legge n. 181-1989 disciplina gli incentivi per il rilancio delle aree colpite da crisi industriale e di settore, finanziando iniziative imprenditoriali per rivitalizzare il sistema economico locale e creare nuova occupazione, attraverso progetti di ampliamento, ristrutturazione e delocalizzazione.
Finanzia iniziative imprenditoriali per rivitalizzare il sistema economico locale e creare nuova occupazione, attraverso progetti di ampliamento, ristrutturazione e delocalizzazione.
Sta per approdare in «Gazzetta Ufficiale» il decreto 31 gennaio firmato dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che contiene la ripartizione dei fondi per la riconversione industriale e la riqualificazione delle aree di crisi semplice e complessa in base alla legge 181/89. Il provvedimento, pubblicato sul sito del Mise, approva la distribuzione delle risorse disponibili con importanti novità:
- ora sono finanziabili anche i programmi di investimento per la tutela ambientale, il turismo e i progetti di innovazione organizzativa
- la partecipazione al capitale sociale da parte di Invitalia non è più obbligatoria
Che cosa c’è nella bozza? Un piano per la banda larga, innanzitutto; il recupero degli immobili di aziende in fallimento sfruttando i cofinanziamenti. In palio c’è la bellezza di 124 milioni sopra citati, ma bisogna contenderseli fra tutte le “aree di crisi non complessa” individuate in tutta Italia.