immunita-di-greggePer “immunità”, generalmente si intende il complesso di privilegi o le esenzioni di alcuni gravami che una persona potrebbe avere, rispetto alla maggioranza del resto delle persone.

L’immunità di gregge

Adesso il vocabolo più usato, estratto dalla medicina veterinaria è “l’immunità di gregge”, che al contrario dell’immunità intesa come privilegio, è un appiattimento e uniformazione rispetto agli altri, perché la parola immunità, che di per sé è un elemento distintivo, viene accoppiata alla parola gregge, che ha significato opposto, ma che la dice tutta.

Sembrerebbe un privilegio diffuso, forse perché al giorno d’oggi ci assomigliamo tutti, sempre di più. Guardiamo tutti gli stessi programmi televisivi. Alla radio ascoltiamo tutti le stesse cose, parliamo tutti delle stesse cose, assistiamo tutti agli stessi show televisivi.

È come se avessimo tutti più o meno lo stesso impianto cerebrale. Abbiamo tutti gli stessi traguardi. Tutti le stesse paure. Molto presto, avremo tutti gli stessi pensieri e andremo perfettamente all’unisono.

Costretti anche dai binari della paura dell’opinione altrui. Come pecore. Sincronizzati e connessi. La sicurezza è parte fondamentale di ciò che rende felice ogni pecora del gregge.

Sigmund Freud a tal proposito ebbe a dire che

“la folla è un gregge docile incapace di vivere senza un padrone. È talmente desiderosa di obbedire che si sottomette istintivamente a colui che le si pone a capo”.

E la cosa detta da lui, riveste anche carattere scientifico. Se non fosse così, già a sentir dire: “immunità di gregge”, ci dovrebbero essere persone per le strade con i forconi, indignate e incazzate.

Ma così non è, perché essere equiparati a pecore, evidentemente non è uno scandalo.

Gregge, pastori e cani da guardia

Ogni gregge ha anche il suo pastore e i suoi cani da guardia, che sono pronti a macellare per primi i montoni più aggressivi, che mostrano una maggiore resistenza al controllo.

Stessa sorte per le pecore più curiose che tendono a uscire dal gregge. In modo che una generazione dopo l’altra, ogni pecora del gregge sarà sempre più remissiva e meno intraprendente.

Fortunatamente esiste sempre quell’entropia, che fa sì, che ci sia sempre una pecora nera, magari anche difficilmente digeribile. Ma in questo mondo di greggi e pastori con i loro cani, bisogna tener conto anche dei lupi, che esistono per il fatto stesso che esistono le pecore.

E tutti noi siamo sempre stati forviati dai racconti delle favole fin da piccoli, dove ci hanno sempre insegnato ad aver paura del lupo. Forse sarebbe stato meglio che ci avessero insegnato, che il vero pericolo sono le pecore.

Proprio perché la sottomissione rende più forte l’immagine dei lupi, che hanno sempre meno necessità di ringhiare per imporsi.

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare