Circa 290mila unità immobiliari sottoposte, nei primi otto mesi del 2015, ad accertamento della rendita proposta per nuovi accatastamenti o per atti di aggiornamento. Nuovo piano di controlli sulle “case fantasma”, che nel passato hanno consentito di far emergere oltre 1,2 milioni di unità immobiliari, per una rendita complessiva di circa 825 milioni di euro. Focus sulla revisione dei classamenti degli immobili ricompresi in specifici ambiti territoriali (comma 335 dell’articolo unico della Finanziaria 2005), che ha già generato complessivamente maggiori rendite per circa 184 milioni, e sulla revisione dei classamenti incoerenti (comma 336), che ha fatto emergere circa 181 milioni di euro di rendita in più.
Sono alcuni dei dati e dei contenuti illustrati questa mattina dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nel corso di un’audizione svoltasi presso la Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. In particolare, il direttore si è soffermato sul tema della conoscenza delle informazioni relative al patrimonio immobiliare come strumento per il contrasto all’evasione; sulla collaborazione tra Agenzia ed enti locali, con riferimento agli immobili non dichiarati al catasto; sullo stato di realizzazione dell’Archivio nazionale degli stradari e dei numeri civici e dell’Anagrafe immobiliare integrata.
Il contrasto all’evasione passa per la conoscenza delle informazioni sugli immobili
Il contrasto all’evasione in campo immobiliare – ha ricordato il direttore – riguarda sostanzialmente quattro ambiti: le rendite catastali; le imposte sui redditi immobiliari; le imposte sui trasferimenti (Iva, registro, eccetera); le imposte patrimoniali ricorrenti (Imu e Tasi), il cui accertamento è in capo ai Comuni.
Sulle rendite, attività correnti e attività straordinarie procedono in modo combinato. Gli accertamenti ordinari delle rendite proposte per nuovi accatastamenti o per atti di aggiornamento hanno riguardato – dall’inizio del 2015 fino ad agosto – circa 290mila unità immobiliari urbane, con un incremento della rendita complessiva pari a 81 milioni di euro.
L’attività straordinaria fa invece riferimento a tre filoni: il primo è quello sperimentato tra il 2007 e il 2011, con riguardo agli “immobili fantasma”. Un’operazione che ha consentito di far emergere oltre 1,2 milioni di unità immobiliari per una rendita complessiva di circa 825 milioni. Sul punto, l’Agenzia sta programmando per il prossimo triennio una nuova tornata di controlli su tutto il territorio nazionale.
Il secondo filone concerne la revisione del classamento delle unità immobiliari private site in microzone comunali e l’aggiornamento del classamento catastale per intervenute variazioni edilizie (commi 335 e 336 dell’articolo unico della Finanziaria 2005). Sono 17 i Comuni che hanno richiesto l’avvio della procedura di riclassamento delle unità immobiliari sulla base dei criteri previsti dal comma 335, tra cui i capoluoghi di Roma, Milano, Bari, Lecce e Ferrara. Un’attività che ha generato un incremento complessivo della rendita per circa 184 milioni di euro. Riguardo, invece, alla procedura di revisione puntuale dei classamenti incoerenti sono stati coinvolti, in misura più o meno intensa, circa 1.300 comuni su un totale potenziale di 7.774. La procedura ha dato luogo a circa 94.500 notifiche da parte dei Comuni e, per il 67% dei casi, è stata accertata la necessità di procedere a un aggiornamento catastale, con una maggiore rendita complessiva pari a 181 milioni di euro. Il terzo filone è quello relativo agli immobili rurali.
L’Agenzia è inoltre impegnata sul fronte dell’accertamento degli effettivi canoni di locazione percepiti e di plusvalenze non dichiarate. Un’attività che viene svolta grazie all’incrocio tra i dati presenti nella banca dati del registro e quelli contenuti nei modelli Unico Pf e 730. “Sorvegliate speciali” anche le imposte sui trasferimenti immobiliari: in questo campo, l’attività di controllo è rivolta soprattutto ai casi in cui la base imponibile è costituita dal corrispettivo, come gli atti soggetti a Iva, o dal valore in comune commercio, come gli atti soggetti alle imposte di registro, ipotecaria e catastale.
L’Archivio nazionale degli stradari e dei numeri civici (Ansc)
Sono oltre 5mila i Comuni che hanno completato le attività di verifica e certificazione dei toponimi e di numeri civici e possono accedere, su richiesta, alle funzioni necessarie per l’aggiornamento a regime dell’archivio.
L’Ansc risponde all’esigenza di avere un unico riferimento informatizzato e codificato, costantemente aggiornato dai Comuni, in grado di favorire la standardizzazione del dato relativo all’indirizzo. Le attività in corso – ha spiegato il direttore – consentiranno di elevare ulteriormente la qualità dell’archivio, che sarà utilizzato come base di partenza per la realizzazione dell’Archivio nazionale dei numeri civici e delle strade urbane (Anncsu). Una soluzione, quest’ultima, che consentirà di realizzare un abbattimento dei costi legato alla gestione degli indirizzi, in quanto a regime costituirà punto di riferimento unico – informatizzato, codificato e certificato – per le pubbliche amministrazioni, per i cittadini e per le imprese.
L’Anagrafe immobiliare integrata
Il direttore ha inoltre fatto il punto sullo stato di attuazione dell’Anagrafe immobiliare integrata (Aii), il cui obiettivo primario è la completa integrazione degli archivi censuari, cartografici, planimetrici e di pubblicità immobiliare. Un progetto che consentirà di ottenere una gestione omogenea delle banche dati in ambito immobiliare con ricadute significative sulla corretta individuazione degli immobili, della relativa base imponibile e dei soggetti d’imposta. Inoltre, ha detto Rossella Orlandi, “L’Anagrafe immobiliare integrata è caratterizzata da una forte ‘vocazione’ fiscale poiché ha l’obiettivo primario di diventare lo strumento fondamentale per la fiscalità immobiliare, erariale e locale, in grado di individuare correttamente, attraverso l’integrazione delle banche dati disponibili, oggetto e soggetto di imposta”.