Le due offerte per Ilva prevedono tra circa 5mila e circa 6mila esuberi e ciò per i sindacati è “inaccettabile”. Così i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil uscendo dal ministero dello Sviluppo economico.
Come spiega Maurizio Landini, Fiom, lasciando il ministero dopo il tavolo con i commissari Ilva e il ministro Carlo Calenda, a fronte degli attuali 14.200 occupati il piano della cordata AcciaItalia (Arvedi, Jindal, Cdp e DelFin di Del Vecchio) prevede oggi 7.800 occupati (-6.400) poi nel 2023 dovrebbe risalire a 10.300. La cordata AmInvestco (Arcelor Mittal, Marcegaglia e Intesa SanPaolo) prevede oggi 9.400 occupati (-4.800) per scendere a 8.400 nel 2023 (-1.000). Un nuovo incontro si terra giovedì 1 giugno.
LANDINI (FIOM): ESUBERI INACCETTABILI, VOGLIAMO CAPIRE RAGIONI
“Nel modo più assoluto no“. Maurizio Landini, segretario Fiom Cgil, risponde così a chi, sulle scale del Mise, gli chiede se sia soddisfatto dell’incontro dell’Ilva. “É stato un incontro deludente anche perché non abbiamo capito le ragioni della scelta di una proposta anziché l’altra– spiega Landini- Non c’è stato spiegato. Abbiamo chiesto di avere una comparazione, perché vogliamo capire meglio le ragioni che portano a valutare migliore una proposta anziché un’altra”.
Quindi, “ci sarà un nuovo incontro giovedì mattina dove dovremmo capire meglio- conclude il segretario Fiom- in ogni caso sia nella proposta che dai commissari viene valutata migliore che nell’altra c’è una riduzione occupazionale inaccettabile, perché stiamo parlando di 5-6000 persone in meno“.
BENTIVOGLI (FIM CISL): ENTRAMBE OFFERTE SONO PREOCCUPANTI
La situazione occupazionale Ilva, secondo i dati proposti dai proponenti di entrambe le offerte “sono comunque preoccupanti”. Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, lo dice al termine della riunione di oggi al ministero dello Sviluppo economico tra i tre commissari Ilva, il ministro Carlo Calenda e i sindacati.
“Sui tubifici lavorano 850 persone e ad oggi su entrambi i piani non c’è nulla– spiega Bentivogli- ci sono poi una serie di questioni non di dettagli su cosa si fa nell’acciaieria, l’orientamento attuale sulla proposta AminvestCo (ArcelorMittal, Marcegaglia e Intesa san Paolo, ndr) prevede bramme già fatte ma AminvestCo sposta fuori una parte della ricchezza”. Per questo “oggi non possiamo ragionare per capire le ricadute occupazionali– dice il sindacalista- Altrimenti ci confrontiamo su aspetti occupazioni, su entrambi i piani, su cui non abbiamo tutti i dettagli” e ne servono di più perché “altrimenti obiettivi produttivi, ambientali e occupazionali rischiano di essere non consistenti”.
Il conto presentato sull’occupazione “è inaccettabile, sono passati molti mesi, bisogna immediatamente far capire a chi intende comprare che l’occupazione va salvaguardata- conclude Bentivogli- Il ministro ha concluso la riunione aggiornandola a Giovedì 1 giugno per proseguire il confronto sul piano e ha ribadito che solo dopo l’aggiudicazione il confronto con il sindacato diventerà vincolante”.