Secondo la ricerca dell’Ufficio Studi Confcommercio “Riavviare la crescita: il ruolo delle professioni nel terziario di mercato”, negli anni della crisi i professionisti – soprattutto quelli non ordinistici – hanno visto aumentare reddito e posti di lavoro. Il 53% dei non ordinistici è attivo nel comparto delle Attività professionali, scientifiche e tecniche.
In Italia il settore delle professioni ha ampi margini di espansione. Alcuni dati significativi bastano a dimostrarlo: tra il 2008 e il 2014, ovvero gli anni della crisi nel corso dei quali l’occupazione complessiva è scesa di 800mila unità, il numero dei professionisti è salito di 130mila unità fino a quota un milione e 300mila circa, arrivando a rappresentare il 5,8% sul totale dell’occupazione, e l’85% di questa crescita è dipesa dai cosiddetti non ordinistici (circa 340mila persone,+49% in più rispetto al 2008).
Il reddito complessivo prodotto da questi ultimi, sempre negli anni della recessione, è salito di quasi il 16%, passando dai 4,9 miliardi del 2008 ai 5,6 miliardi del 2014 a fronte di un reddito da lavoro e impresa che nel periodo ha accusato una flessione di oltre sei punti percentuali. Resta, comunque, che in termini aggregati il reddito individuale dei professionisti non ordinistici è stato pari a poco più di 16.600 euro nel 2014, circa un terzo di quello dei professionisti ordinistici e oltre quattro volte inferiore a quello medio di impresa.
E’ quanto emerge dalla ricerca “Riavviare la crescita: il ruolo delle professioni nel terziario di mercato”, realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentato nel corso del convegno “Competitività e crescita: il ruolo delle professioni del terziario”, organizzato a Roma da Confcommercio Professioni, il coordinamento delle Associazioni professionali del sistema confederale. Oltre il 99% dei professionisti non ordinistici, si legge ancora nello studio, lavora nei servizi: tra questi la maggioranza assoluta (il 53%, 180mila persone) è attivo nel comparto delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, seguito da Sanità e assistenza sociale (15,3%, con la maggior variazione assoluta rispetto al 2008) e da Servizi di informazione e comunicazione (7,7%). In termini relativi, invece, il maggior incremento, +78% circa, è della Sezione Q, quella di sanità e assistenza sociale, la seconda comunque in ordine di numerosità (quasi 52mila professionisti), corrispondente ad una quota di oltre il 15% del totale. Sotto il profilo dei redditi individuali, invece, il primato spetta alle Attività immobiliari, con quasi 21mila euro pro capite nel 2014.