Un articolo sul Guardian spiega che i complottisti, sono prevalentemente maschi single, provenienti da bassi livelli socio-economici; tendono a soffrire, molto più della popolazione generale, di disturbi dell’ansia e di deficit dell’attenzione, di fare abuso di alcol e di droghe. Tutte situazioni che, si spiega, spesso contribuiscono a una bassa autostima.

Un’altra caratteristica nei complottisti, prosegue, sta nel fatto che «i loro network sociali sono più  deboli (spesso,  per  esempio,  dicono  di non  potersi  affidare  ad  amici e familiari nei momenti difficili) e faticano maggiormente a mantenere delle relazioni umane».  Inoltre,  i  due   ricercatori   hanno   rilevato   una   frequenza   maggiore di un’infanzia difficile, segnata da forti contrasti coi  genitori.  «La nostra opinione è che la bassa autostima, la dimensione ridotta dei network sociali  e  la marginalizzazione che abbiamo osservato in gran parte del campione americano crea un terreno  fertile per  la mancanza di fiducia nei confronti dell’autorità: sentendo  che la società le ha rifiutate,  queste  persone  imparano  a respingere  i  convincimenti  che la società condivide».

Eppure, una volta ricercando nel vocabolario tra sinonimi e contrari, il complottista era sinonimo di cospiratore e il contrario era buonista. Adesso tutti i vocabolari stanno cambiando il significato sotto la  spinta  mediatica,  e  il  complottista  non  è più chi fa il complotto ma chi crede che esista un complotto. Basta sempre poco a cambiare il senso delle cose quando serve.

Il Guardian va controcorrente rispetto al MIT (Massachusetts Institute of Technology) che invece da una sua ricerca, dice completamente l’opposto. Ossia che chi approfondisce l’argomento, specialmente sul tema principale del momento ossia quello dei vaccini, generalmente è una persona con un livello medio-alto di cultura, ecc.

Tra le due fonti, ognuno in base alle proprie teorie “complottiste”, sceglie a chi credere. Sicuramente anche valutando le figure di cui parla il Guardian, come il premio Nobel Luc Montagnier, lo psichiatra Alessandro Meluzzi o il Prof. Massimo Cacciari. Sicuramente tutte persone con disturbi  dell’ansia  e  di  deficit dell’attenzione e che fanno abuso di alcol e di droghe.

Sono nati comunque molti siti, dove fanno la psicanalisi dei complottisti, che è diventata a quanto sembra, una malattia grave che va curata, magari con un TSO. Il complotto non esiste e non è mai esistito a quanto pare, specialmente se è qualcosa che coinvolge milioni di persone. La comunicazione main stream non può essere falsa. E tutti scemi possono essere, quelli che aderiscono alla narrazione ufficiale?

Certo, magari la storia ci dice cose diverse, senza neanche andare  ai  tempi  dei romani o scavare particolarmente a fondo, basta sfogliare la storia degli ultimi decenni. Ma la storia non ha ragione di esistere, non serve e non deve esistere come insegnamento.

Perché mai bisognerebbe credere che le false fiale di antrace che sarebbero servite per fare una guerra in Iraq e poi rivelatesi inesistenti fossero un complotto. Perché mai bisognerebbe credere che la P2 o Gladio fossero qualcosa che avessero a che fare con il complotto. Perché pensare che il caso di Enrico Mattei o il caso Moro fossero un complotto. Perché mai pensare che l’operazione Bluemoon degli anni ’70 fosse un complotto. Perché dovrebbe esserci un complotto nel CSM per manovrare sentenze come afferma Palamara.

Qui rientra anche il nuovo termine “negazionista”, che nel caso si pensasse che quanto sopra fossero dei complotti, negarli sarebbe da negazionisti, mentre se i complotti non esistono, il negazionista diventa chi ha creduto ai complotti e ha negato la buona fede dei giornalisti da riporto.

Di fatto il termine complottista fu inventato dalla CIA quando qualcuno aveva immaginato un complotto per l’uccisione di John Fitzgerald Kennedy. Questo la dice lunga sull’uso del termine.

Quei giornalisti che raccontano sempre fatti, tralasciandone altri, per evitare che le persone possano fare delle connessioni, per cui è giusto parlare degli sbarchi degli immigrati a Lampedusa, ma non parlare delle ragioni che hanno creato il problema. Parlare delle morti da Covid-19 (false) e non parlare mai delle morti da reazioni avverse da vaccini. Parlare della percentuale di immunità creata dal vaccino che un giorno è al 90%, un giorno al 70%, un giorno al 40%, che varia a due mesi, a quattro mesi, a sei mesi, ecc. e non parlare mai dell’immunità naturale che si attesta costantemente al 98% circa e per sempre.

Ma questo si sa, colpisce la massa che è la maggioranza di persone intelligenti, che sono sicure che i complotti non esistono, d’altronde, essere dalla parte della maggioranza diventa la sicurezza di essere nel giusto e di essere persona intelligente. Essere uniformati e omologati, non farsi particolari domande è sicuramente un sintomo di grande intelligenza e di brillante curiosità.

Essere marchiato come “complottista” non è una bella cosa, non  è  sopportabile essere ridicolizzato dalla maggioranza e sempre a rischio del famoso TSO.

Ci sono cose “indicibili” ed è meglio evitare che qualcuno possa anche pensare che si sia subìto e ceduto a qualche ricatto per poter lavorare o andare al ristorante. Quindi meglio mettersi su la maschera del convinto e appartenere alla maggioranza. Si evita anche l’onta del disonore di aver ceduto al ricatto.

Quindi non esiste nessun complotto, non esistono neanche le  attività  messe  in campo di ingegneria sociale, non esiste l’NWO e non  esiste  nessun  Great  Reset. Tutte cose da complottisti … o forse solo da persone che hanno semplicemente scaricato da internet e letto i documenti redatti da o dai Rothschild o da Klaus Schwab.

E non può essere neanche un complotto quando la politica interviene su una sentenza di una corte di magistrati per annullare il visto di entrata in Australia al tennista etichettato no-vax come Djokovic, per dare il buon esempio. Se qualcuno pensa che possa essere un problema politico in caso di Djokovic è un complottista sicuramente.

La politica corrotta australiana si è dimostrata all’altezza dei paesi europei, dove ormai la politica è truccata come una slot machine, dove chi gioca perde a prescindere, illudendosi che la forza che può imprimere alla leva della macchina o il caso, possano in qualche modo favorirlo, senza capire la macchina che c’ha davanti vince sempre, perché è stata programmata in quel modo.

Pertanto, succede che qualcuno parte all’assalto come tigre e nel giro di tre mesi si ritrova pecora, come l’esperienza della “scatoletta di tonno” dei 5stelle. Sicuramente i meno attrezzati per resistere alle sirene da una parte, e la fossa dei leoni dall’altra. Per questo l’euro che era una schifezza e diventato in qualche mese non discutibile, la trasparenza e le telecamere dentro i palazzi, sono diventati i contratti secretati con le big pharma. Ma effettivamente la trasparenza ed il controllo di tutto è stato rivolto verso i cittadini, con green pass e gli investimenti del PNRR in tecnologia, per far si che potessimo diventare tutti trasparenti, anche dentro le mutande per avere sempre sotto tiro il buco del culo.

Nessuno è contrario alla tecnologia se non imposta e se non utilizzata da menti criminali.

Anche la fusione dell’atomo è una buona cosa se non serve per costruire bombe atomiche. Dipende da chi la tecnologia la controlla e la impone, vendendo l’immagine negativa dell’uomo normale che deve essere controllato e sottomesso. Fortunatamente c’è un altro complottista di quelli che arrivano dai bassi livelli, sempre secondo il Guardian, Corrado Malanga, ex professore della Normale di Pisa, che ci solleva con la sua convinzione e ci fa ben sperare, in quanto afferma che questo mondo di “zombizzati” finirà, sostenendo che tutto prima o poi andrà bene, non si sa quando, ma finirà così.

Questo per il secondo principio della termodinamica, per cui l’entropia spazzerà via, presto o tardi, tutto quello che va contro natura.

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare