Giorno 16 ottobre 2021 rimarrà nella storia, come il giorno in cui i sindacati sono scesi in piazza contro i lavoratori, con la scusa di un assalto alla sede della CGIL, mistificando l’accaduto, anche quando ormai tutti sanno che lo stesso assalto è stato telecomandato e con il consenso della DIGOS per creare il presupposto ad una condanna del fascismo inesistente, o almeno inesistente in quell’assalto, in quanto bisogna distinguere un gruppetto di delinquenti dal fascismo come ideale o forma di governo.
La manifestazione è contro tutti i fascismi, ossia è contro un reato, previsto nella costituzione italiana. Costituzione che è presa a riferimento quando conviene. Una manifestazione di cui vergognarsi profondamente, per la grande mistificazione dei fatti, per le motivazioni addotte e per l’ipocrisia palesemente sottesa.
I fascisti non nascono come i funghi in una notte, quindi, bisognerebbe capire se esiste il fascismo in Italia o meno e chi è che rappresenta questo ideale.
Primo Levi, partigiano antifascista, per definire cosa fosse il fascismo disse: “Il fascismo è ovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità di esprimere ed attuare la sua volontà”.
A questo punto, se il fascismo esistesse in Italia, bisognerebbe smascherarlo, perché i tempi sono cambiati e potrebbe camuffarsi sotto mentite spoglie. Perché la mentalità fascista nasce in quanto esiste anche una mentalità di sottomissione alle autorità, da parte di persone mediocri e culturalmente soggiogate.
Lo stesso Mussolini diceva: “Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?”.
Il pericolo del fascismo come ideale e come forma di governo è qualcosa che oggi non potrebbe essere subito palesato con il suo nome, ma qualcosa che nasce strisciando, mentre tutti diciamo: “No, non è possibile, non esageriamo”, e quando si mostrasse potrebbe essere ormai troppo tardi.
La differenza tra il fascismo e un gruppetto di delinquenti è che i delinquenti sono sempre un gruppo isolato, mentre il fascismo è un delinquente collettivo, come forma di cultura della società che ha al vertice un governo fascista.
Quindi, se vediamo che un governo che opprime tutti quelli che la pensano diversamente, insofferente verso l’intelligenza e l’autonomia di pensiero, retorico, spregiatore della libertà e della giustizia, servo dei forti, che non accetta il dialogo ma solo lo scontro cercando di annullare i diritti degli altri, come una macchina finalizzata al furto della libertà, magari con l’istituzione di un lasciapassare per potersi muovere, magari ci troviamo di fronte all’ideale fascista.
Ci preoccupiamo di quattro idioti che si atteggiano a picchiatori, come ce ne sono tanti bulli in giro e non vediamo il pericolo del fascismo quando comincia ad essere messo in dubbio la libertà di voto, di stampa, di associazione ed un controllo totale delle persone. Facendo credere che il fascismo è qualcosa rappresentata dalla destra. No, il fascismo non è né di destra né di sinistra, il suo obiettivo è la perversione della politica e la sostituzione stessa dello stato democratico.
Oggi purtroppo la gente è impreparata ad un evento del genere, sia teoricamente che praticamente, perché non crede che ci possano essere progetti sofisticati di ingegneria sociale in grado di sovvertire la democrazia in vaste aree del mondo, accompagnata da una sete di sottomissione per il quieto vivere, con tecniche di sedazione come il reddito di cittadinanza.
Mentre le persone culturalmente libere sono le più ingestibili e a causa di questo in minoranza, poiché chi ama il quieto vivere, va alla ricerca più volentieri i bugiardi.
Non si riesce ancora a comprendere che il nuovo fascismo è una cosa ben diversa da quello che poteva essere negli anni ’20, e mentre si vive ancora nel ricordo di quel fantasma, non ci si accorge che oggi il fascismo è più occidentalmente pragmatico e il suo fine è l’omologazione brutale ed un controllo capillare di ogni respiro o sospiro, anche nel gabinetto.
Aggiungiamoci a questo l’omologazione della propaganda della stampa di regime, classica in ogni forma di fascismo che si rispetti, creando quel muro di mistificazione che è la più grande arma dei regimi che tendono a manipolare le persone, gestendo la lettura dei fatti in modo unilaterale e incolpando sempre le verità come fosse un pericolo sovversivo.
Sistema di menzogne che non solo serve a nascondere gli errori o i vari lati oscuri, ma anche per evitare il giudizio. Tutti dovremmo essere anche coscienti che non ci sarebbe motivo per la menzogna se dietro non ci fosse la conseguenza di un tradimento.
Nello stesso tempo, il messaggio costante della propaganda è di rappresentare sempre la maggioranza del popolo, naturalmente senza provarlo con libere elezioni, per convincere che lo si sta tutelando, anche se sappiamo e la storia ci insegna, che maggioranza non è sinonimo di ragionevolezza, tanto che in Italia c’erano un tempo quaranta milioni di persone che gridavano “a noi!”.
Quindi, è importante avere sempre le antenne alzate, quando vediamo un palese sistema di propaganda mediatica che quasi all’unisono battono in coro la stessa notizia, come se gli articoli di giornale fossero usciti sempre dalla stessa mano.
Dovremmo sapere che la menzogna difende sempre gli interessi dei bugiardi, mentre la verità l’interesse di tutti.
L’ipocrisia va sempre combattuta a colpi di verità, costantemente, senza mai arrendersi, con la certezza che una volta che questi pseudo governanti di ideale fascista saranno svelati, svaniranno nel nulla, perché non rimarrà niente con cui interagire, una volta scomparsa la finzione.
Se tutto questo oggi lo crediamo improbabile, dobbiamo tenere conto che l’improbabile racchiude in sé il probabile e forse questo sarà argomento della storia che i posteri studieranno, magari valutandoci come una generazione di minchioni.
Fonte: articolo di Roberto Recordare