Il 28 agosto 1963 veniva pronunciato il celebre discorso “I Have a Dream” da Martin Luther King, il pastore americano a favore dei diritti civili degli afroamericani.
Esattamente 55 anni fa Martin Luther King, il più celebre leader delle battaglie per i diritti civili negli Stati Uniti, fa il suo discorso più famoso, al termine di una grandissima marcia di protesta a Washington che coinvolse più di 200mila persone.
È il famoso “I have a dream“: un discorso per le libertà e l’emancipazione, contro le discriminazioni razziali e di ogni genere, contro l’odio, che è “contagioso” e finisce per colpire anche gli stessi bianchi. Uno dei discorsi più famosi della storia americana. Un anno dopo MLK vincerà il Nobel per la Pace.
Il discorso, che rimase uno tra i più influenti del Novecento, fu pronunciato davanti al Lincoln Center, il memoriale dedicato all’ex presidente statunitense Abraham Lincoln, durante una grande marcia per il lavoro e la libertà.
Un discorso improvvisato e intenso
Il reverendo King mise da parte il discorso originale preparato con i suoi collaboratori, «Normalcy, Never Again», e andò a braccio. È così che accadde «I Have a Dream»; che la «Marcia per il lavoro e la libertà» entrò nella storia; che il mondo intero si commosse; che la «Great Society» di Jack Kennedy e Lyndon Johnson finalmente incluse anche i neri; che gli americani si trovarono di fronte all’ineludibile vergogna della persistente segregazione razziale, cento anni dopo la guerra civile.
Fra le frasi più conosciute del discorso, vi è la seguente:
(EN) « I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin, but by the content of their character. I have a dream today! » | (IT) « Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona contiene. Io ho un sogno oggi! » |
Un sogno di uguaglianza che ha cambiato la società americana rendendo palese le aberrazioni della segregazione razziale. E che ancora oggi non smette di essere attuale.