La Russia di Putin invade l’Ucraina, con il beneficio di far sparire finalmente il Covid-19 dai media, soppiantato dal racconto della guerra “nel cuore dell’Europa”, infatti, quello che fino all’altro giorno era un paese dell’est, adesso è diventato il cuore dell’Europa, per farcelo sentire più vicino, e noi infatti, oggi lo sentiamo più vicino, quasi come se la guerra ce l’avessimo in casa, tanto che l’Italia ha addirittura dichiarato lo stato di emergenza per la guerra, cosa che non aveva fatto quando la guerra ce l’avevamo davvero in casa nell’ex Jugoslavia.

Lo stato di emergenza è una cosa che ormai va molto di moda in Italia. Non è stato dichiarato lo stato di emergenza in paesi come Polonia, Ungheria, Romania, Estonia, Lettonia, Lituania, come in nessun altro paese europeo. Ma in Italia non si poteva che transitare da una emergenza all’altra, perché in questi casi si può dare il meglio o il peggio di sé stessi, in uno stato di perenne di ignoranza che fa diventare ogni cosa un’emergenza.

Certo, c’è bisogno di farcela sentire in casa, perché si sa, che se non la sentiamo in casa, siamo molto più distratti o completamente indifferenti su guerre o bombe che cadono sulle teste dei civili. Infatti, non ci preoccupiamo minimamente delle bombe che noi stessi vendiamo all’alleanza araba che bombarda i civili nello Yemen. Sembrerebbe che in Yemen non esistano vecchi, donne e bambini, quelli che invece esistono in Ucraina. Non esistono semplicemente perché la TV non ce li fa vedere e noi percepiamo solo quello che i media decidono di farci vedere. Come vecchi, donne e bambini non esistevano quando la NATO bombardava la Serbia, l’Iraq o la Libia, come non esistono più i civili in Siria o in Afghanistan.

Il primo morto sul campo di guerra è sempre la verità, che viene raccontata a seconda dei casi, facendo vedere la singola tragedia della morte di un solo bambino quando il pubblico deve scandalizzarsi o facendola vedere come una mera statistica anche quando ne muoiono migliaia.

La nostra emergenza ormai è dettata dal cancro che ci sta divorando chiamato main stream. Quel cancro scatenato da una guerra mediatica alla stregua di una guerra batteriologica, che non prende i polmoni ma il cervello. Tanto che Biden, ai tempi della presidenza Obama, per quanto ritenesse questa guerra più importante di un bombardamento militare, ha incaricato un ex berretto verde delle forze USA, nominato come responsabile della “guerra psicologica” della CIA per procedere ad una strategia di propaganda sia interna che internazionale, con un bombardamento mediatico in questi ultimi anni specialmente in Ucraina, per creare l’immagine unanime della Russia di Putin, quella che oggi percepisce il popolo ucraino ed europeo.

Questa strategia di comunicazione che scende come una cascata a valle, trascinando ogni tentativo di critica, viene fatta propria dai media europei e quindi anche italiani, tanto da diventare razzismo puro verso i russi, per cui un direttore d’orchestra deve prendere le distanze da Putin per poter fare un concerto, dove un professore non può tenere una lezione su Dostojewski perché scrittore russo ed essendo morto evidentemente non può prendere le distanze da Putin e dove perfino lo sport, che ha costruito campagne mediatiche contro il razzismo, adesso diventa razzista, tanto da escludere i russi da tutte le competizioni sportive, con l’aggravante che non è solo una decisione degli organi federali sportivi, ma anche gli atleti stessi che non vogliono scendere in campo con i russi.

Questo denota la superficialità che fonda le sue basi nella paura del confronto, per cui si condanna ciò che non si conosce e mai sarà conosciuto proprio perché condannato apriori, per un pregiudizio creato ad arte in quel luogo comune dove gli stupidi si incontrano per rafforzare le  convinzioni stereotipate, dove si giudicano le persone dai titoli dei giornali o dalle stronzate dette nei talk show.

Questo atteggiamento crea la guerra parallela non  meno  feroce  di  chi evidentemente non crede che bisogna conoscere una persona da vicino prima di sparargli, sia con una pistola che con una sentenza.

Se gli atleti di ogni stato che partecipa ad una guerra non potessero partecipare a competizioni sportive, gli Stati Uniti non potrebbero mai partecipare a nessuna competizione, così come tutti i paesi della NATO.

Questo la dice lunga, sulla instabilità emotiva delle masse e di come sono influenzabili a tal punto, da non distinguere più le cose, come se esistesse solo il bianco e il nero, non più i colori, le tonalità e le sfumature, pretendendo che bisogna essere tutti da una parte o dall’altra come bigotti e scavare possibilmente anche una trincea.

Ma quando anche una Università di Milano come la Bicocca, prende una iniziativa del genere, evitando una lezione su Dostojewski, anche se i vertici poi si sono tardivamente ravveduti, evidentemente per la vergogna, capiamo il livello di cultura, nel senso più ampio del termine, delle nostre università. Molto probabilmente, disconoscevano anche la storia di Dostojewski, condannato a morte, con pena successivamente convertita in lavori forzati. Questo per dire quanto Dostojewski era allineato al regime russo del tempo, ma evidentemente essere russo anche da morto è già abbastanza.

Tutto questo razzismo, si rafforza con la presunzione di essere l’occidente la patria della democrazia, chiamando oligarchi solo gli amici di Putin, come se la nostra non fosse una società di fatto oligarchica, con l’aggravante che almeno in Russia sono più onesti a dichiararla.

La nostra democrazia che spara con gli idranti e prende a manganellate i civili che manifestano al porto di Trieste, a Milano e Roma, senza fermarsi davanti alle persone inermi sedute a terra e che proibisce le manifestazioni di piazza, messa a confronto con l’esercito russo che non ha osato andare avanti quando parte della popolazione civile ucraina si è piazzata davanti ai suoi carrarmati, non credo che possa dichiararsi meno violenta. Si, i  carrarmati russi si sono fermati di fronte a un gruppo di civili inermi, durante un’azione di guerra, mentre le nostre forze dell’ordine non si sono fermate in tempo di pace, nel nostro stato super democratico e civile.

Con la nostra presunzione e il nostro bullismo, vorremmo essere  quelli  che esportano la democrazia, quella democrazia che sta solo nell’immaginazione di chi ha perduto il senso della libertà, confondendola con la comodità del quieto vivere, disposti a tutto pur di avere la concessione di qualche ghianda.

Quella democrazia morta da tempo, ma che non si ha il coraggio di farle il funerale per paura dei costi psichici della constatazione della morte.

Certo, noi democratici che ripudiamo la guerra, sapendo che i carrarmati russi si fermano se incontrano civili inermi, abbiamo avuto la genialità di  fornire  loro  le armi, in modo che i carrarmati russi non si possano fermare, ma debbano per forza di cose sparare, in modo da farli ammazzare.

Evidentemente servono i morti e deve scorrere il sangue della popolazione civile ad uso e consumo dell’occidente democratico, indiscutibile detentore del giusto, in modo che si focalizzi lo sguardo solo sulla tragedia della guerra e non sulle cause. Adesso che è in corso una tragedia, guai a parlare di cause, di darsi una spiegazione logica o mettere in dubbio la nostra bontà d’animo nei confronti delle vittime della guerra. Essere buoni è molto più semplice che essere giusti, non servono le palle. In questa guerra dove apparentemente sono coinvolte la Russia e l’Ucraina, sono coinvolti invece tutti gli attori, chi come protagonista e chi come comparsa.

Sicuramente tra i protagonisti non c’è sicuramente l’Ucraina, che è il ruolo più marginale della commedia, ma essenziale per la sua riuscita. Poi ci sono altri attori non protagonisti, ossia gli stati europei, che possiamo raffigurare, prendendoli singolarmente e rubando i personaggi al Manzoni, come i capponi che Renzo nei Promessi Sposi portava all’Azzeca-garbugli, ma che presi tutti insieme impersonano perfettamente Don Abbondio, con quel trasformismo classico della nostra cultura occidentale.

Naturalmente, entrano in scena in modo prepotente e preponderante anche il Don Rodrigo americano con i suoi “bravi” della CIA e infine l’Innominato … che potremmo anche chiamare l’Illuminato.

Resta il fatto, che in tutta questa storia, il sangue versato è quello del popolo ucraino, ignaro purtroppo di quello che gli accade attorno, sperando in un aiuto della NATO che non potrà mai arrivare, in considerazione dell’interesse che anche la Cina ha verso l’Ucraina, per il gas, i suoi minerali, le  terre  rare  e  i  campi sterminati di grano. Cina che ha un buon rapporto commerciale con la Russia di Putin, alla faccia nostra e che l’occidente teme più di qualunque altra cosa.

Le risorse energetiche e minerarie di Russia e Ucraina sono troppo interessanti per la Cina, oltre ad essere interessante  per  quest’ultima,  anche  il  non  rimanere  da sola in contrapposizione all’occidente e ai suoi oligarchi, viste le mire del governo a stelle e strisce nelle espansioni globaliste e le sue ingerenze sottotraccia, ma non per questo meno pericolose delle bombe.

Quindi, Don Abbondio, a causa del suo carattere, perde il partner più interessante che tenderebbe sicuramente ad un rapporto più verso l’ovest che verso l’est, solo perché Don Rodrigo e l’Innominato hanno deciso che “questo matrimonio non si deve fare”.

La frustrazione di aver perso la leadership economica nei confronti ormai della Cina e non volendo diventare terza, in caso l’Europa uscisse dalla caverna di Platone, spinge l’America e i suoi oligarchi ad utilizzare le altre sue rimanenti leadership, ossia la forza militare e la forza mediatica, diventata la cultura mondiale dove tutto si compra e si vende, perché capisce che senza forza economica potrebbe perdere nel tempo anche il resto e quindi rischiando di non riuscire più a  mantenere  il famoso “stile di vita americano”.

Pertanto, per sfruttare i loro assets, hanno sempre bisogno di un cattivo da demonizzare e da combattere, mostrando se non altro almeno i muscoli, per  far capire a tutti che loro sono ancora i più forti, con la presunzione che uno stupratore possa difendere la verginità delle donne, uccidendo o facendo uccidere persone per dimostrare che è sbagliato uccidere.

Le guerre non sono mai combattute per difendere dei diritti di nessuno, ma solo per ridefinire la mappa del potere, una gestione del potere politico gestito con mezzi più spiccioli, dove gangster e prostitute sono facce della stessa medaglia.

In questo contesto, mentre tutti crediamo di essere così pieni di democrazia da poterla anche esportare, siamo riusciti invece a trasformare l’occidente in una dittatura di fatto. Non è stato l’occidente a democratizzare gli altri paesi, ma è stato l’occidente a subire l’influenza cinese e russa, dimostrando la poca consistenza, attraverso l’esigenza del controllo sociale, del controllo dell’informazione, limitando la libertà finanziaria e di circolazione, con una giustizia ormai ridicola.

Purtroppo, gli ucraini credono fortemente che invece l’occidente rappresenti la libertà, cosa che potrebbero assaporare più facilmente rimanendo neutrali, non entrando in Europa e nella NATO, ottenendo anche così di far ritirare i russi dai suoi territori e accogliendo gli investimenti di chi vuole scappare dall’oppressione di questa Europa velenosa, con quell’atteggiamento tipico da camerieri frustrati.

Noi naturalmente non li aiutiamo e anzi, non ci poniamo il problema che di fatto è quello primario, ossia della vita delle persone innocenti, della vita degli ucraini che usiamo con un atteggiamento omicida da una  parte  e suicida dall’altro,  attraverso dei governanti che non sono altro che manichini a servizio della finanza di  Wall Street, come lo sono Macron e Draghi, che non hanno nessuna sensibilità politica ed umana, eppure, oggi sono questi li abbiamo come leader europei.

Abbiamo avuto politici in precedenza che abbiamo spazzato, con la campagna di “mani pulite”, sempre con l’aiuto dei servizi segreti americani. Politici in grado di mantenere i rapporti con l’ex URSS, nei tempi ben più complicati della guerra fredda ed oggi riusciamo a fare una pseudo-guerra con la Russia, in un contesto molto diverso e più facile da gestire, per incapacità politica di questi fantocci al soldo della finanza, che però riescono, non si sa come, a rappresentare i governi europei ed occidentali.

Pensiamo per un attimo a quello che è successo in Italia, dove le elezioni hanno portato ad avere un Governo Lega-5Stelle, che a prescindere se fosse giusto o sbagliato, era stato eletto dal popolo per tutto quello che era una politica completamente opposta a quella rappresentata da Draghi. Eppure,  siamo  riusciti, non si sa come, da quel voto ad arrivare ad  un  governo  in  completa contrapposizione del pensiero che sottendeva quella elezione.

Sarà sempre più problematica l’affermazione di una cultura di tradizione europea, proprio per l’entrata dei nuovi stati, proprio quelli facenti parte del vecchio blocco sovietico. Sono loro quelli più ideologizzati e influenzabili da una visione distorta della cultura europea, proprio perché storicamente hanno vissuto il passaggio da un modello di vita ad un altro, come un bambino che entra in un negozio di giocattoli, senza capirne il contesto.

Ci sarebbe da chiederci, cosa siamo diventati, qual è il nostro modello di vita e il nostro livello culturale, se per quieto vivere si marginalizzano tutti quelli che non sono allineati al pensiero unico dettato dalla “cultura” dominante, come religione radicale a cui non si può non essere adepti.

Un impoverimento culturale dell’Italia e  dell’Europa da far rivoltare sulla tomba i tanti che hanno contribuito in un certo periodo storico ad alzare il suo  livello culturale che adesso è calato inesorabilmente a picco, con delle  semplificazioni dovute proprio all’incapacità di un ragionamento complesso,  utile  a  capire  la ragione delle cose.

L’Italia che ha scritto proprio nella sua Costituzione che ripudia la guerra, avrebbe dovuto essere la voce di un processo di pace. Ma per fare questo ci vogliono cultura e soprattutto le palle che i nostri politici non hanno e preferiscono la semplice via dell’allineamento ai dettami di Mangiafuoco.

Dovremmo tutti fare un esame di coscienza, guardarci allo specchio e capire qual è oggi la cultura occidentale e cosa rappresenta, quale sia il nostro progetto di civiltà, lasciando stare le enunciazioni di principio come democrazia e libertà, ma capire cosa ci mettiamo come contenuto in queste parole. Dovremmo capire quali bisogni spirituali e materiali vogliamo soddisfare secondo il progetto di vita che vogliamo portare avanti, a meno che, questa spinta neo-totalitaria sia quello a cui aspiriamo.

Dovremmo capire se vogliamo continuare a fabbricare nemici a tutti i costi, invece di avere un approccio di mutuo riconoscimento, se vogliamo continuare ad alimentare questo tumore che ci porta sicuramente alla morte spirituale prima che fisica, se vogliamo continuare a capire che la vita è breve e farglielo capire anche a quegli stronzi che governano, a cui non possiamo affidare cose serie come una guerra. Quegli stessi stronzi che evidentemente non hanno ancora fatto i conti con la morte che non tarderà ad arrivare anche per loro, per cui le loro subdole trame nascoste, classico atteggiamento dei topi di fogna, non gli permetterà neanche di avere la dignità riconosciuta ad un nemico.

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare