Di questi giorni la notizia dell’arrivo dell’ennesimo aggiornamento algoritmico prodotto in casa Google che promette di stravolgere la comprensione del testo contenuto nelle pagine web permettendo così al motore di ricerca di restituire dati sempre più precisi e vicini all’intento di ricerca degli internauti.
Arriva Google BERT, l’algoritmo che, negli intenti del Colosso di Mountain View, dovrebbe comprendere meglio il significato delle ricerche degli internauti.
Questo al fine di restituire delle ricerche più possibilmente fedeli alla domanda iniziale.
Ma scopriamo nello specifico di cosa si tratta.
Google BERT: l’algoritmo rivoluzionerà le risposte del motore di ricerca?
Dunque Google è pronto a fare un ulteriore passo in avanti. Il motore di ricerca ha annunciato di aver aggiornato i suoi algoritmi introducendo “BERT“, una nuova tecnica di Natural Language Processing (NLP) basata sulle reti neurali.
Chiamato Bidirectional Encoder Representations from Transformers (Bert), il nuovo sistema è un’intelligenza artificiale che cerca di comprendere meglio il significato delle parole e il loro contesto all’interno di una frase.
BERT, our new way for Google Search to better understand language, is now rolling out to over 70 languages worldwide. It initially launched in Oct. for US English. You can read more about BERT below & a full list of languages is in this thread…. https://t.co/NuKVdg6HYM
— Google SearchLiaison (@searchliaison) December 9, 2019
Bert ha sviluppato la capacità di comprendere la costruzione di frasi, il che consente al sistema di essere più preciso quando l’utente utilizza il motore di ricerca per illuminare il percorso delle proprie conoscenze. Nel 2018 l’algoritmo è stato presentato agli specialisti del settore e, a partire da questa settimana, lavorerà in 70 lingue diverse.
Rilasciato ufficialmente il 24 ottobre 2019, in Italia è praticamente entrato in scena solo in questi giorni. E ancora per essere armonizzato su scala globale potrebbe passare ancora tempo.
Bert è un upgrade quasi dovuto per Google che segue le orme di Panda, Hummingbird e RankBrain. Tuttavia, questa volta non si tratta di un cambiamento nel modo in cui i dati sono indicizzati o classificati. Google sta invece cercando di identificare il contesto di una ricerca e di fornire i risultati di conseguenza.