gli amori di pier paolo pasolini romaUn intenso spettacolo dedicato al genio di Pier Paolo Pasolini, in occasione dei cento anni dalla sua nascita: la compagnia Artenova presenta “Gli Amori di Pier Paolo“.

Lo spettacolo andrà in scena il 23 settembre prossimo, a partire dalle ore 21, alla Casetta Rossa in via G.B. Magnaghi, a Roma. L’ingresso è gratuito.

Nelle parole del Presidente di Feditart, nonché direttore artistico della compagnia Artenova e regista dell’opera, Gino Auriuso, scopriamo cosa ci riserverà questo interessante spettacolo dedicato al grande e indimenticabile artista.

“Gli Amori di Pier Paolo”: lo spettacolo dedicato a Pasolini

Un genio ribelle, controcorrente, narratore delle periferie urbane, dei ragazzi di strada, delle persone ai margini, scomodo testimone del suo tempo, dell’ipocrisia della borghesia perbenista e del capitalismo imperante. Pasolini per tutta la sua vita è stato un attento osservatore delle società, nelle quali indagava – senza fare sconti – le contraddizioni di quegli anni.

La frase “Siamo tutti in pericolo” (titolo della sua ultima intervista) ha rappresentato per noi l’incipit ideale da cui partire per la stesura dello spettacolo “Gli Amori di Pier Paolo”.

Questa profetica frase, a nostro avviso, oltre ad essere una sconcertante e attuale verità, racchiude in sé l’essenza del testo, il punto dal quale non si può prescindere e dal quale si sviluppa l’intera storia.

Uno spazio qualunque che fa da “palcoscenico” a due uomini che chiaramente scelgono di vivere un po’ ai margini della società e si immergono in questo luogo non ben definito che rappresenta per loro una dimensione quasi onirica dove il protagonista Pietro ritrova quotidianamente una connessione diretta con Pasolini e grazie alla quale probabilmente continua a sopravvivere.

L’altro, Dodo’ sembra uno squattrinato percussionista, muto, che non vuole uniformarsi allo status quo e quindi, nonostante le oggettive difficoltà comunicative, utilizza la musica al posto del linguaggio verbale, di cui è da sempre sprovvisto, riuscendo a manifestare il proprio stato d’animo e le proprie esigenze.

Al contrario di Pietro lui conosce poco Pasolini, forse solo per sentito dire, ma resta talmente affascinato dai racconti del suo amico, pregni dell’animo Pasoliniano, da trasformarlo nel suo alter ego.

Gli altri due personaggi rappresentano: una la figura della donna, l’elemento estremante sensibile a cui Pasolini era intimamente e profondamente legato e che, attraverso il monologo di Medea, racconta la dimensione assoluta che essa – la donna – ha nella vita di Pasolini; l’altra è una sorta di “proiezione” mentale maschile dello stesso Pietro, che diventa a volte fratello, a volte amico e con la quale si “materializzano” personaggi che il Poeta amava e con i quali si confrontava non solo artisticamente ma soprattutto umanamente.

Ne scaturisce una performance dal vivo fatta da “ragazzi di strada” con un linguaggio diretto, vero, immediato che schernisce il gratuito intellettualismo, mostrandoci un Pasolini che torna a parlare con la sua voce più poetica e libera, ricca di amore e umanità, nel tentativo di scoprire attraverso il suo pensiero profondo chi e che cosa siamo diventati oggi; questo spettacolo è un atto d’amore sincero e imperdibile per un protagonista straordinario del nostro tempo, per un uomo generoso e tormentato, che nel fondo della sua natura aveva una grande innocenza e fragilità.

Qui di seguito la locandina dell’evento.

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Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it in collaborazione con Gino Auriuso, presidente Feditart e direttore artistico della Compagnia Artenova