Cosa ne pensa la giustizia di un passatempo apparentemente innocente come la partita a carte al bar? Scopriamolo attraverso un caso giuridico specifico.
Giocare a carte nei bar: è legale? A pronunciarsi è stata la Cassazione in una Sentenza che può risultare molto interessante sia per chi gestisce un’attività di questo tipo, sia per chi attivamente “gioca”.
Al centro dell’ipotesi di reato giuridica, infatti, c’è il rapporto conflittuale tra esperienza ludica e gioco d’azzardo. Infatti, l’imputato della Sentenza era reo di per aver preso parte ad un gioco di azzardo, il poker texas Hold’em, all’interno di un circolo ubicato in Cesena.
Il ricorrente non ha contestato che il gioco che stava praticando fosse un poker. Ma allo stesso tempo ha escluso che lo stesso rientrasse nell’ambito dei giochi di azzardo contemplati dall’art. 721 cod. pen., sostenendo che i vari elementi istruttori acquisiti non fossero tra loro collegabili.
Giocare a carte nei bar: è legale?
Secondo l’articolo del Codice Penale sopra citato:
sono giochi di azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria; sono case da gioco i luoghi di convegno destinati al gioco d’azzardo, anche se privati, e anche se lo scopo del gioco è sotto qualsiasi forma dissimulato.
In base a questo assunto normativo, dalla valutazione congiunta dei suddetti elementi che il Tribunale desume l’elemento oggettivo del reato, si riteneva che:
- il possesso di fiches non convenzionali, ovverosia di importo superiore rispetto a quelle utilizzate nei tornei regolari, tali da consentire puntate libere, trovate insieme alle carte da gioco sul tavolo
- la possibilità di riscriversi dopo l’eventuale eliminazione
- unitamente alla mancanza di regolamento del gioco, di quote di iscrizione, e di un monte premi finale,
configurassero il gioco di azzardo, contraddistinto dall’aleatorietà della perdita o della vincita e dall’arricchimento senza causa.
Questo ulteriore fattore si consolida perchè l’arricchimento stesso è in un caso come questo sganciato da una qualsivoglia abilità, all’infuori della conoscenza delle regole del gioco, perseguita dai singoli partecipanti.
Infine, il gioco del poker, di cui la variante Hold’em ripete in astratto le caratteristiche, è pacificamente riconducibile nel novero dei giochi d’azzardo.
Conclusioni
Secondo quanto sostiene la Sentenza, dunque, giocare a carte nei bar è reato quando il gioco praticato possa essere definito d’azzardo, cioè quando si tratti di un gioco rimesso alla fortuna più che all’abilità.
Quindi, in base a quanto evinto dal caso giuridico e dalle risposte della Cassazione, giocare a carte nei bar o in qualsiasi altro pubblico esercizio analogo non è in linea di massimo vietato. A patto che giocare a carte non implichi una scommessa in denaro. In questa ipotesi, potrebbe scattare il reato di partecipazione a giochi d’azzardo.
A questo link il testo completo della Sentenza.