ghiacciai-alpini-in-italiaL’allarme di Legambiente: il cambiamento climatico sta dando il colpo di grazia ai ghiacciai alpini in Italia, che stanno praticamente scomparendo.


Il bilancio finale di Carovana dei Ghiacciai, la campagna di Legambiente con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano: dei circa dieci ghiacciai monitorati quasi tutti a rischio scomparsa con crescente perdita di superficie e spessore. 

Cambiamenti irreversibili e scomparsa sempre più imminente. La fotografia ritratta dalla terza edizione di Carovana dei Ghiacciai non lascia dubbi: i ghiacciai dell’intero arco alpino sono a rischio, in piena emorragia, negli ultimi trent’anni sempre più minacciati dagli effetti della crisi climatica.

Perdita di superficie e spessore, che li porta alla disgregazione in corpi glaciali più piccoli e a trovare rifugio in alta quota.

I ghiacciai alpini in Italia stanno scomparendo

A testimoniarlo in maniera tangibile è lo stato di salute di alcuni ghiacciai alpini, già monitorati due anni prima e su cui è voluta ritornare la campagna itinerante di Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), con partner sostenitori Sammontana e FRoSTA e partner tecnico EPHOTO, dal 17 agosto al 3 settembre.  

Miage e Pré de Bar

Come quelli del Monte Bianco: il Miage, l’”himalayano” della Valle D’Aosta, che in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua (almeno 100.000.000 di m³di ghiaccio, pari a tre volte il volume dell’idroscalo di Milano) e il Pré de Bar, che dal 1990 ad oggi registra mediamente 18 metri di arretramento lineare l’anno.

Ghiacciaio di Indren

Stessa sorte per il Monte Rosa con il Ghiacciaio di Indren che, in due anni, ha registrato un arretramento frontale di 64 metri, 40 solo nell’ultimo anno, dato mai registrato negli ultimi cinquant’anni anni e fortemente preoccupante per un ghiacciaio al di sopra dei 3.000 metri di quota.

Ghiacciaio dei Forni

E ancora il Ghiacciaio dei Forni, in Lombardia: il secondo gigante italiano (dopo l’Adamello) che, nell’ultimo anno, ha registrato un arretramento della fronte di più di 40 metri lineari, per un totale di circa 400 metri negli ultimi dieci anni, perdendo la sua qualifica di “himalayano” per effetto della frammentazione in tre corpi glaciali.

Marmolada

Poi c’è la Marmolada, la regina delle Dolomiti, teatro della tragedia dello scorso 3 luglio, che il monitoraggio scientifico ha voluto osservare da lontano, facendo un passo indietro: lo scenario è quello di un ghiacciaio che tra quindici anni potrebbe scomparire del tutto, registrando nell’ultimo secolo una perdita di più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume.

Ghiacciaio del Montasio

Infine il Ghiacciaio Occidentale del Montasio, in Friuli Venezia Giulia, unica eccezione osservata sulle Alpi. Il Montasio è infatti un esempio di ghiacciaio piccolo ma resistente che, pur avendo subito in un secolo una perdita di volume del 75% circa e una riduzione di spessore pari a 40 metri, dal 2005 risulta stabilizzato, in controtendenza rispetto agli altri ghiacciai alpini.  

Le tappe e i ghiacciai monitorati

La terza edizione della Carovana dei Ghiacciai ha percorso cinque tappe:

  • partendo dai ghiacciai del Monte Bianco del Miage e Pré de Bar (Valle D’Aosta) dal 17 al 19 agosto
  • poi proseguendo con i ghiacciai del Monte Rosa di Indren (Piemonte) dal 20 al 22 agosto
  • e ancora il ghiacciaio dei Forni (Lombardia), dal 23 al 26 agosto
  • il ghiacciaio della Marmolada (Veneto –Trentino) dal 27 al 31 agosto
  • e per finire con il ghiacciaio del Montasio (Friuli-Venezia Giulia) dal 1° al 3 settembre.

In ogni tappa monitoraggi, escursioni, conferenze stampa, momenti di arte e musica dedicati ai ghiacciai, per riflettere su un futuro sostenibile delle nostre montagne e del pianeta. Ad essere coinvolti nella campagna testimonial d’eccezione come Enrico Camanni (scrittore, giornalista e alpinista), Steve Della Casa (critico cinematografico e direttore artistico), Tessa Gelisio (conduttrice televisiva, blogger e imprenditrice), Martin Mayes (musicista eclettico), Nives Meroi e Romano Benet (alpinisti) e Isabella Morlini (tre volte campionessa mondiale di racchette da neve). 

 


Fonte: Legambiente