Realizzato dall’Istat e dalle Entrate si basa sui dati delle mappe e degli indirizzari rilevati a livello comunale nel corso del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni. Tutto pronto per l’Archivio nazionale dei numeri civici e delle strade, la nuova banca dati digitale che conterrà circa 25 milioni di indirizzi e che permetterà di avere un unico riferimento informatizzato e codificato, costantemente aggiornato grazie al supporto dei Comuni, in grado di favorire la standardizzazione dei dati relativi agli indirizzi.
È stato pubblicato, infatti, sulla Gazzetta Ufficiale – serie generale n. 167 del 19 luglio – il decreto del presidente del consiglio dei Ministri “Censimento della popolazione e archivio nazionale dei numeri civici e delle strade urbane” del 12 maggio 2016, che detta le tappe da seguire per la realizzazione del database. L’archivio è realizzato dall’Istat e dall’Agenzia delle Entrate, che entro trenta giorni dalla pubblicazione dovranno mettere a punto l’infrastruttura tecnologica, integrando i dati statistici con quelli fiscali, mentre entro i successivi sessanta giorni ogni Comune dovrà rendere noto il nominativo e i riferimenti del responsabile addetto alla tenuta dello stradario e indirizzario comunale e abilitato alle funzionalità di inserimento e di modifica dei dati.
L’Anncsu: una banca dati integrata e sempre aggiornata
L’Agenzia delle Entrate e l’Istat hanno stipulato, già nel 2010, una convenzione finalizzata alla creazione di un archivio nazionale degli stradari e dei numeri civici, il cui primo impianto è stato effettuato utilizzando l’infrastruttura tecnologica e i dati già predisposti dalle Entrate per la costituzione dell’archivio nazionale toponomastica. Adesso, il decreto pubblicato sulla G.U. stabilisce che:
- l’Istat metta a disposizione dell’Agenzia i dati degli stradari e indirizzari rilevati a livello comunale nel corso del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni
- l’Agenzia delle Entrate inserisca questi dati nell’infrastruttura tecnologica dell’Anncsu
- i Comuni provvedano a integrare e modificare le informazioni contenute nell’archivio con quelle del proprio stradario e indirizzario, certificandone l’accuratezza e la completezza.
Per aiutare i Comuni, saranno messi a disposizione dei cosiddetti dizionari, con campi obbligati che permetteranno di evitare di commettere errori e sviluppare così un sistema di codificazione omogeneo. L’Anncsu conterrà le informazioni relative a specie, denominazione e codifica di ciascuna area di circolazione urbana e quelle relative alla lista, codifica, georiferimento dei numeri civici a essa appartenenti, nonché il codice identificativo unico nazionale di ciascuna area di circolazione urbana.
Le novità del nuovo “cervellone”
Grazie alla nuova infrastruttura, le informazioni relative a vie, piazze, abitazioni e uffici confluiranno in un grande cervellone informatico che mapperà tutto il territorio nazionale e costituirà, dalla data di attivazione, il riferimento nazionale per gli stradari e indirizzari comunali. Ci saranno quindi delle regole standard per i nomi da dare a vie, piazze o vicoli, utilizzando dei criteri che saranno uguali per tutti gli ottomila Comuni italiani. Ad esempio, nel caso di un viale dedicato a un personaggio, sarà necessario mettere prima il nome e poi il cognome, mentre scompariranno i numeri romani: se una via è dedicata ad una data, questa dovrà essere scritta in lettere nel caso in cui sia assente l’anno, oppure in numeri arabi. Ogni strada dovrà avere un suo nome (non saranno ammesse le voci generiche di “località” o “contrada”) e non saranno ammessi doppioni.
L’archivio rappresenta uno dei tasselli fondamentali in vista di una futura riforma del catasto e potrà essere utilizzato dalle singole Amministrazioni pubbliche per eventuali controlli.