furbetti-comune-acireale-sentenzaPer i furbetti del Comune di Acireale la sentenza con condanne e assoluzioni alla fine è arrivata. Ecco che cosa è stato deciso.


Una prassi consolidata e diffusa, secondo la Procura di Catania, quella che è emersa dall’inchiesta condotta al comune di Acireale dal Commissariato di Polizia locale.

E alla fine il giudizio è stato emesso davanti al giudice Giuseppina Montuori, come riporta il quotidiano Live Sicilia.

Ma la sentenza ha in parte smontato l’impianto accusatorio della Procura, condannando soltanto alcuni degli indagati e assolvendo tutti gli altri.

Come riporta il quotidiano siciliano, dei sedici dipendenti finiti alla sbarra tredici sono stati assolti e solo in tre sono stati condannati.

Per i furbetti del Comune di Acireale la sentenza è arrivata

Condannati Santo Trovato, ad 1 anno e 4 mesi, Pietro Valerio, ad 1 anno e 3 mesi, ed Anna Maria Anastasi ad 1 anno e 2 mesi. Assolti Orazio Mammino, Orazio Musmarra, Salvatore Trovato, Angelo Calì, Paolo Privitera, Massimo Salvatore e Pietro Currò, Giuseppe Calvagno, Mario Cocilovo, Carmelo Di Bartolo, Venera Lizzio, Carmelo Amore, Pietro Currò ed Antonio Grasso.

Lo scandalo del 2016 era scoppiato dopo le lamentele dei cittadini che non trovavano dipendenti comunali al lavoro. La polizia, grazie alle telecamere, aveva scoperto che nonostante fossero assenti risultavano in ufficio grazie a colleghi che timbravano per loro. La polizia aveva accertato che un impiegato aveva timbrato il cartellino per altri cinque suoi colleghi.

Tra i ‘beneficiari’ dell’inganno c’era chi entrava in ritardo, c’era chi se ne andava a casa prima e addirittura chi a lavorare non ci andava.

I riscontri dalle strisciate dei badge e dalla presenza negli uffici.

Erano state ben 62 le persone iscritte nel registro degli indagati. I dipendenti dell’Amministrazione comunale di Acireale erano stati accusati di truffa ai danni di ente pubblico e di falsa attestazione di presenza in servizio sul luogo di lavoro.