Aggravarsi dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, instabilità geopolitica nelle zone dei Paesi fornitori e di quelli limitrofi, eliminazione da parte del Governo Meloni delle misure impiegate durante la crisi energetica per calmierare i prezzi del gas, potrebbero generare la ‘tempesta perfetta’ sui cittadini, che si vedranno aprirsi davanti l’inverno più costoso di sempre per garantirsi il riscaldamento nelle proprie case.
È quanto emerge da uno studio e una raccolta dati di sintesi e di scenario presentata da ‘ECCO’ il think tank italiano, indipendente e senza fini di lucro dedicato alla transizione energetica e al cambiamento climatico con una vocazione nazionale, europea e globale https://eccoclimate.org/it/about/ nel rapporto pubblicato di recente e interamente dedicato al prezzo del gas.
Il lavoro di ECCO è sostenuto esclusivamente da risorse filantropiche e pubbliche e si pone l’obiettivo di rafforzare l’ecosistema degli agenti di cambiamento e il ruolo dell’Italia nell’azione globale per il clima. La sua missione è quella di facilitare la crescita culturale e informativa su questi temi e come dichiarato di accelerare l’azione climatica in Italia e nel mondo.
L’analisi presentata nel rapporto propone delle proiezioni di prezzi medi, calcolati basandosi su temperature medie e altre variabili statistiche e presenta costi annui e mensili, che incideranno sui consumi delle famiglie italiane da Milano a Palermo, prendendo in causa le principali grandi Città dello Stivale.
L’inverno più costoso di sempre per il riscaldamento degli italiani
I dati parlano chiari, riscaldare le proprie abitazioni nella stagione invernale 2024-2025 sarà per le famiglie italiane il più costoso di sempre. Gli aumenti in bolletta, concretamente, per le famiglie significheranno un aumento del costo del gas di 1.403 euro per un’abitazione di 70 mq in classe energetica G, la più diffusa, nel Comune di Milano, nel periodo novembre 2024 – marzo 2025.
Un aumento del 20% rispetto alla stagione invernale 2022-2023 influenzata dalla crisi energetica, quando la bolletta era di 1171 euro, e del 68% in più rispetto al periodo precrisi 2019-2020 quando si attestava su 832 euro. Per le case più grandi, una casa di 110 mq, la proiezione del costo del gas per questo inverno ammonta a 2.143 euro a famiglia, con un incremento di 382 euro rispetto all’inverno 2022-2023 e di circa 1.000 euro rispetto alla stagione 2019-2020.
Un guaio anche per i single, che oltre ad avere il maggior impatto economico già su altri beni di prima necessità e a spendere di più a livello Italiano, infatti vedranno lievitare la spesa prevista solo per il riscaldamento di un appartamento di 38 mq che ammonta a 788 euro, con un rincaro di 108 euro rispetto all’inverno 2022-2023 e di circa 300 euro rispetto al periodo precedente la crisi. A Roma l’aumento arriva quasi a 430 euro per una casa di 70 mq rispetto all’inverno 2022-2023, per 635 euro in più rispetto al periodo precrisi. A Palermo l’incremento sarà più lieve, ma solo grazie al clima più mite e alle temperature esterne stimate in più clementi, varierà tra 50 e 210 euro in più rispetto all’inverno della crisi 2022-2023. Anche nel caldo sud Italia, comunque si alzerà fino a 420 euro nel caso di abitazione di 110 mq rispetto al periodo precrisi.
La criticità dei bonus “tagliati”
Secondo gli esperti della ricerca di “Ecco” e secondo i dati già semplicemente rilevabili ad una prima lettura del rapporto, è palese come l’efficienza energetica si confermi l’unico strumento in grado di garantire sicurezza e stabilità per le famiglie italiane. Nonostante la normativa europea chieda agli Stati Membri di riqualificare il 43% degli edifici in classe energetica peggiore entro il 2030, supportando quindi i più bisognosi, oggi con la Legge di bilancio Italiana giunta alle fasi finali del suo percorso di approvazione, l’iniziativa legislativa si limita a smantellare il sistema di detrazioni fiscali per l’efficienza negli edifici pregresso, senza dotare le famiglie già schiacciate dai rincari energetici di strumenti adatti a migliorare la propria condizione di debito energetico e di consumi.
Questo senza introdurre una riforma in grado di garantire un numero sufficiente di interventi di efficientamento energetico nelle abitazioni, che siano esse di proprietà o in affitto. Tra i provvedimenti volti a fronteggiare l’impatto del caro riscaldamento l’unico confermato è stato il bonus sociale per le famiglie a basso reddito, ma con un requisiti più restrittivi rispetto ai criteri fissati durante l’emergenza. L’ISEE previsto per usufruirne era stato innalzato a 15.000 € in periodo di crisi, ora è ritornato a 9.530 € all’anno, lasciando indietro moltissime famiglie che di certo non si possono definire benestanti con un reddito netto di poco più di 1000 euro mensili.
Un futuro davvero incerto per tutta l’Europa
Molti economisti convergono su una lettura dei trend e dei dati tale da prefigurare un presente ed un futuro davvero complicato per l’Europa. Secondo i dati presentati da un’analisi di Bloomberg intelligence, riportata da alcuni organi di stampa, il prezzo del gas in Europa potrebbe aumentare fino a raggiungere i 50 euro al megawattora nei primi tre mesi del 2025, raggiungendo uno dei picchi di costo più alti dalla crisi del 2022, seppure molto distante dai livelli di quel periodo.
È chiaro che la crisi dell’energia non è assolutamente finita, di certo non per le famiglie italiane, ed il terribile inverno 2022-2023 non è solo un brutto ricordo, ma un trend in sempre maggiore ascesa se non si correrà ai ripari con un serio lavoro di cantieri finalizzati all’ottimizzazione energetica. Le bollette del gas per la stagione fredda appena iniziata saranno, dati alla mano, le più care di sempre, ancora più care di quando lo stop del metano russo aveva spinto i prezzi alle stelle, i governi si erano affannati a riempire le scorte nel timore di restare a secco e tutta Europa aveva varato misure straordinarie di risparmio.