gestione separata, categorieVia libera all’equiparazione dei professionisti alle piccole e medie imprese per quanto riguarda la possibilità di fruire degli incentivi europei. Fondi strutturali europei estesi anche ai professionisti. Ai fini della programmazione 2014/2020 saranno, infatti, equiparati a tutti gli effetti alle Pmi. Lo prevede il comma 475 della legge di stabilità appena approvata in prima lettura dal Senato introdotta da un emendamento a firma delle relatrici Magda Zanoni (Pd) e Federica Chiavaroli (Ap).

 

I Piani operativi POR e PON dei fondi FSE e FESR, rientranti nella Programmazione dei fondi strutturali europei 2014/2020, – recita l’emendamento – si intendono estesi anche ai liberi professionisti, in quanto equiparati alle PMI come esercenti attività economica, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, dalla Raccomandazione della Commissione europea 6 maggio 2013/361/CE (Allegato 1, Titolo 1), e dal Regolamento UE n. 1303/2013, art. 2, par. 28, ed espressamente individuati, dalle Linee d’azione per le libere professioni, del Piano d’azione imprenditorialità 2020, come destinatari a tutti gli effetti dei fondi europei stanziati fino al 2020, sia diretti che erogati tramite Stati e regioni.

 

La norma si basa sull’equipa­razione, secondo il diritto euro­peo dei liberi professionisti alle piccole e medie imprese, in quanto «esercenti attività economica». Il principio vale a prescindere dalla forma giuridica che i professionisti scelgono per svolvere l’attività. Passa quindi la linea elaborata negli ultimi mesi dal Mise e arriva una boccata d’ossigeno per i professionisti che ad oggi, in molte regioni d’Italia, per sperare di poter aver accesso ai fondi erano ancora tenuti al rispetto del requisito dell’iscrizione alla camera di commercio. Nonostante le sollecitazioni da parte del mondo professionale, infatti, il governo in questi anni non aveva mai dichiarato espressamente la propria posizione su una possibile equiparazione così come suggerita dall’Europa. Una situazione di incertezza dovuta anche alla mancanza di uno strumento normativo adeguato, che permettesse al governo di prendere posizione sul punto riconoscendo ai liberi professionisti l’esercizio di una attività economica così come definita a livello comunitario.

 

La misura approvata in Commissione vale sia per i fondi comunitari gestiti diret­tamente da Bruxelles, sia per le risorse erogate attraverso lo Stato o le Regioni.

 

La necessità di esplici­tare l’equiparazione dei pro­fessionisti alle Pmi per beneficiare dei fondi strutturali eu­ropei nasce dalla distinzione tra i due soggetti economici, tuttora custodita nell’ordinamento italiano che ­ secondo la relazione all’emendamento ­ «crea importanti criticità dei professionisti/lavoratori au­tonomi alle misure previste dai fondi europei». Per Gaetano Stella, presiden­te di Confprofessioni, l’appro­vazione all’emendamento «è un risultato storico, per sbloccare ingenti risorse a favore de­gli studi professionali».