Chi non effettua prelievi periodici dal proprio conto corrente potrebbe rischiare di ritrovarsi un accertamento dell’Agenzia delle Entrate.


Sembra assurdo ma l’assoluta mancanza di prelievi dal conto potrebbe essere un indizio per avviare una segnalazione e per divenire oggetto di un accertamento fiscale, grazie all’incrocio dei dati dei pagamenti e delle spese mensili, l’Agenzia delle Entrate potrebbe invitare chi non effettua mai prelievi a presentarsi di persona per chiarire la propria posizione.

Ogni lavoratore regolare, percepisce uno stipendio che obbligatoriamente deve essere versato sul proprio conto corrente, il datore di lavoro non può pagare lo stipendio in contanti. Anche i liberi professionisti devono avere il tracciamento i vari compensi, essendo ormai obbligati alla fatturazione elettronica anche se operano in regime forfettario e se in alcuni casi è consigliabile avere un conto personale separato dal conto che invece fa riferimento alla partita iva del professionista in realtà la norma ancora non lo impone. Per i professionisti dunque, le figure di consulenti, web designer, formatori, coach, titolari di partita IVA, avere un conto corrente dedicato non è, allo stato attuale obbligatorio.

È chiaro comunque che il conto potrà essere sottoposto a controlli e potranno essere fatte verifiche della congruenza di fatture e accrediti. Ogni stipendio o pagamento si trova sul conto corrente, da qui l’assunto palese che per vivere bisogna o pagare con mezzi di pagamento tracciabile o effettuare prelievi.

Attenzione anche se non fai mai prelievi

La Super Anagrafe dei conti correnti, che contiene e potenzialmente traccia i conti di tutti gli italiani, ha capovolto la filosofia degli accertamenti fiscali ormai da diversi anni e, mentre in passato dovevano preoccuparsi di finire sotto la lente di ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate solo coloro che effettuavano sostanziosi prelievi, oltre a questi ultimi da allora, sono soggetti a sospetto anche tutti quelli che prelievi proprio non ne fanno, generando un sospetto importante rispetto alla provenienza e origine dei contanti e con i quali presumibilmente si vive  lasciando i depositi bancari sempre inalterati.

Così il contribuente potrebbe dover giustificare, senza prelievi, da dove originino i contanti, poiché è proprio ciò che Il sistema tributario italiano, con la presunzione legale, potrebbe supporre, cioè che un contribuente che riesca a vivere lasciando intatto l’importo presente sul conto corrente abbia contanti da usare.

Proprio da questa lotta, tracciamento e contrasto all’utilizzo dei contanti che ha preso l’avvio di quella che è stata definita la “nuova era” dei controlli del sistema Fiscale, poiché il sospetto va ad individuare dietro un eccessivo utilizzo dello scambio in contanti un sistema di possibile lavoro in nero ed evasione fiscale.

Unica eccezione potrebbe essere rappresentata dai pensionati più ‘poveri’ proprio perché la pensione con importo fino a 1000 euro può venire ritirata anche in contanti all’ufficio postale, senza che essa transiti sul conto corrente.

Questo è possibile in base esattamente grazie alla legge che, nel 2015, ha imposto all’Inps di versare tutte le pensioni sul conto corrente degli aventi diritto, contemplando però alcune eccezioni.

I chiarimenti dell’INPS

A chiarire il confine di questa particolare casistica, è intervenuto direttamente spiegare l’Inps con un messaggio, il n. 2672/2024 del 22 luglio 2024. L’Istituto di previdenza ha confermato, in linea con quanto aveva già disposto il decreto legge n. 138/2011, che il limite massimo per i pagamenti in contanti di pensioni e altre prestazioni erogate dall’Inps è di 1.000 euro. Questa sta a significare che per tutti gli altri pensionati, ossia per chi percepisce 1.001 euro o più può percepire la pensione solo attraverso un sistema di pagamento tracciabile, ovvero:

  • l’accredito su un conto corrente bancario o postale;
  • l’accredito su un libretto di risparmio postale;
  • l’accredito su una carta prepagata che disponga di Iban;

Come invece abbiamo visto, il ritiro della pensione in contanti presso uno sportello bancario o postale è possibile solo per chi percepisca una pensione inferiore ai mille euro, cosa, anche questa comunque nota al Fisco.

È chiaro che non serve comunque un eccessivo allarmismo, proprio per a consapevolezza del sistema fiscale ed i sempre maggiori tracciamenti dei flussi di denaro, i controlli eventuali tengono in considerazione anche le entrate del resto del nucleo familiare specie nel caso di figli che vivono ancora in famiglia ad esempio, della coabitazione con altri familiari che prelevano abitualmente somme di denaro oppure che presentano sul proprio conto domiciliazioni delle utenze , che si occupano delle spese, etc…in tutte queste normali situazioni, non sussiste il rischio di incappare in un accertamento fiscale.

Cosa deve fare il contribuente di fronte a questo accertamento fiscale?

Ma cosa può fare un contribuente che non effettua prelievi se dovesse mai trovarsi al cospetto di una commissione tributaria? Per evitare di dover pagare le imposte su un reddito presunto, ipotizzato dall’Agenzia delle Entrate in base alle uscite effettuate o alle zero uscite registrate, dovrà dimostrare che tutti i soldi con i quali ha vissuto e con i quali ha mantenuto eventualmente la famiglia, derivino da disponibilità lecite di liquidità, da fonti quali un regalo di familiari, una donazione in contanti, una vincita al gioco.

Attenzione però, la prova presentata in quella sede deve essere documentale e certa e quindi si deve sempre essere in possesso di un documento che accerti la provenienza dei contanti.

Ricordiamoci quindi di tenere eventuali prove di vincite e di regali, come biglietti d’auguri etc, e rassegniamoci a essere sempre più tracciati in tutte le nostre movimentazioni bancarie dal ‘grande fratello’.

Fisco che controlla, o può controllare, ogni nostra attività, dai prelievi frequenti fanno supporre che si paghi lavoro in nero, ai prelievi corposi che fanno presumere riciclaggio di denaro, al nessun prelievo fa supporre che il contribuente abbia reddito non dichiarato, fino ai versamenti di importo alto o ricorrente fanno presumere reddito non dichiarato, ovviamente attenzione alla ricezione di bonifici senza la giusta motivazione, se le somme non sono dichiarate, anche questi movimenti possono far sospettare lavoro nero o illecito, così come un eccessivo risparmio, non coerente con quanto dichiarato, fa presumere che il contribuente abbia altre entrate da redditi non dichiarati.

Il Fisco senza che sia necessario alcun permesso e senza dover richiedere alcuna specifica autorizzazione ha la possibilità di spiare tutti i movimenti del conto corrente di un contribuente per verificare se spese effettuate, risparmio e operazioni sono coerenti con il reddito dichiarato.