Finco, la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni, richiede al MIT sostanziali correttivi al nuovo Codice Appalti.
Le proposte di modifica arrivano da un recente comunicato emesso dalla federazione di categoria a seguito di un recente incontro avvenuto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Nonostante l’entrata in vigore del Nuovo Codice Appalti sia a regime già da diverso tempo serpeggiano ancora dubbi su diversi punti e diverse novità introdotte da questo nuovo disposto normativo.
Le criticità segnalate dalla FINCO, in particolare riguardano subappalto, qualificazione delle stazioni appaltanti e revisione dei prezzi.
I correttivi richiesti dalla federazione FINCO al nuovo Codice Appalti
Carla Tomasi, Presidente della Federazione FINCO, ha recentemente esposto le criticità del nuovo Codice degli Appalti, sottolineando la necessità di interventi correttivi urgenti. In un incontro con il Ministro Salvini, tenutosi venerdì scorso, la FINCO ha messo in luce diverse problematiche che influenzano il settore delle costruzioni e degli appalti pubblici.
Contrasti normativi e sicurezza
Uno dei principali punti sollevati riguarda il conflitto tra l’importanza della qualità dei lavori e la normativa che permette la qualificazione per l’esecuzione di opere pubbliche anche attraverso lavori svolti da terzi. Tomasi ha descritto questa disposizione come “illogica, controproducente e inaccettabile”. La federazione sostiene che, senza un intervento correttivo, l’applicazione di contratti specifici, la formazione e le patenti a punti diventeranno superflue e inefficaci. Per chiarire, Tomasi ha paragonato la situazione a quella di una sala operatoria: organizzare l’ambiente non rende automaticamente i partecipanti chirurghi competenti.
Subappalto e sicurezza dei pagamenti
Un’altra questione cruciale è l’articolo 119 sul subappalto. FINCO propone di trattare le opere superspecialistiche (SIOS) come parte della categoria prevalente e di introdurre un contratto di subappalto standard che tuteli i subappaltatori. Questo contratto dovrebbe garantire chiaramente il rispetto delle scadenze di pagamento, evitando ambiguità e ritardi.
Trasparenza e controllo sui costi
Durante la consultazione, è emerso anche un problema di trasparenza e controllo sui costi legati all’appalto integrato. FINCO ha espresso preoccupazione per la solidarietà dei rischi nei raggruppamenti temporanei di impresa “verticali”, dove non esiste un rapporto diretto tra l’impresa principale e i fornitori. Inoltre, la federazione ha criticato la possibilità di avvalimento per lavorazioni superspecialistiche, suggerendo che le stazioni appaltanti dovrebbero definire chiaramente le competenze essenziali che devono essere eseguite direttamente dall’aggiudicatario.
Limitazioni sui subappalti a catena
Un altro aspetto importante riguarda i subappalti a catena. FINCO raccomanda di limitare questa pratica alle categorie per le quali era già prevista in precedenza, escludendo ulteriori specializzazioni non contemplate.
Contratti collettivi e revisione prezzi
Infine, Tomasi ha sottolineato due questioni trasversali. La prima riguarda la libertà dell’imprenditore nella scelta del Contratto Collettivo da applicare, evidenziando che non dovrebbe essere la stazione appaltante a decidere. La seconda riguarda la revisione dei prezzi, che deve essere garantita per tutta la filiera, inclusi subappaltatori e subfornitori, a meno che non ci siano accordi specifici che prevedano condizioni migliori.
In conclusione, secondo la Federazione, il tempo per apportare le modifiche necessarie è limitato e le criticità da affrontare sono significative. Pertanto si richiede un intervento tempestivo per correggere le problematiche e garantire che il Codice degli Appalti risponda adeguatamente alle esigenze del settore.