Un Comune ligure dovrà risarcire due cittadini per il disagio arrecato dalla festa estiva in piazza, organizzata dall’ente, troppo rumorosa: ecco tutti i dettagli.


La stagione estiva è spesso caratterizzata da un’intensa attività di eventi mondani, come concerti, sagre, festival e manifestazioni di vario genere. Questi eventi, sebbene contribuiscano a vivacizzare il territorio e ad attrarre turismo, possono talvolta generare disagi ai residenti, soprattutto in termini di rumore e disturbo del riposo notturno.

Ed è in tal senso che è intervenuta la Cassazione, con la sentenza numero 18676/2024, che ha confermato una sentenza di primo grado che aveva riconosciuto ai ricorrenti un risarcimento da parte dell’ente pubblico.

La controversia

Al centro della controversia le manifestazioni culturali in piazza, organizzate periodicamente dall’ente locale ogni anno in occasione del periodo estivo.

Alcuni residenti avevano infatti lamentano che il rumore prodotto dagli eventi, sia durante l’allestimento che durante gli spettacoli, superasr la normale tollerabilità e arrecasse loro disagio, impedendo il godimento delle loro abitazioni.
I residenti hanno per questo motivo citato in giudizio il Comune per ottenere il risarcimento del danno e la cessazione delle immissioni intollerabili.

Festa in piazza troppo rumorosa: il Comune deve risarcire i residenti

Le prove testimoniali e una consulenza tecnica hanno dimostrato che i rumori prodotti dagli spettacoli superavano la soglia di tollerabilità, non solo per le finestre aperte, ma anche per quelle chiuse, e in diverse ore del giorno.

La Corte ha respinto la tesi del Comune secondo cui il limite di tollerabilità dovesse essere valutato in base al DPCN del 1997, relativo alle attività produttive, e non alle manifestazioni culturali.

La tollerabilità – ha precisato la Corte – va valutata caso per caso, in relazione alle circostanze concrete, tenendo conto dei luoghi, degli orari, delle caratteristiche della zona e delle abitudini degli abitanti“.

Inoltre, l’interesse pubblico allo svolgimento degli spettacoli non può comportare il sacrificio del diritto del privato oltre il limite della tollerabilità.

Il Comune ha tentato di giustificarsi sostenendo che il proprio regolamento sulle attività rumorose consente, per le manifestazioni all’aperto, un limite di 70 decibel. Ma la Corte ha evidenziato che “anche immissioni che rientrano in quei limiti possono considerarsi intollerabili nella situazione concreta“.

Infine, la Corte ha ritenuto sussistente anche il danno non patrimoniale, liquidato in modo equo, tenendo conto dell’impossibilità per i ricorrenti di utilizzare la loro casa come abitazione estiva.

Il diritto al riposo dei residenti

Il diritto al riposo trova fondamento in diverse fonti normative:

  • Costituzione Italiana: l’articolo 32 della Costituzione tutela il diritto alla salute, che comprende anche il diritto al riposo e alla quiete.
  • Codice Civile: l’articolo 844 del Codice Civile vieta le immissioni che superino la normale tollerabilità, includendo in tale categoria anche il rumore.
  • Regolamenti locali: i Comuni possono adottare regolamenti specifici per disciplinare le attività rumorose sul proprio territorio, stabilendo limiti di orari e decibel consentiti.

Il parere della giurisprudenza

La giurisprudenza ha ampiamente affermato il diritto al riposo dei residenti, riconoscendolo come un diritto fondamentale che deve essere bilanciato con altri interessi, come quello all’organizzazione di eventi e manifestazioni.

In particolare, la Corte di Cassazione ha già prima della sentenza odierna stabilito che:

  • La tollerabilità del rumore è un concetto relativo che deve essere valutato caso per caso, tenendo conto di diversi fattori, come la zona, l’orario, la tipologia di evento e le abitudini degli abitanti. (Cass. 28201/2012)
  • Anche le immissioni provenienti da attività autorizzate, come gli eventi pubblici, possono essere considerate intollerabili se superano la normale tollerabilità. (Cass. 14209/2023)

Come possono i cittadini tutelare il proprio del diritto al riposo?

Per tutelare il proprio diritto al riposo durante periodi di eventi estivi, i residenti possono avvalersi di diversi strumenti:

  • Dialogo con l’Amministrazione: in primo luogo, è consigliabile un dialogo costruttivo con l’Amministrazione Comunale per segnalare il disagio e chiedere l’adozione di misure di contenimento del rumore.
  • Ricorso a strumenti di tutela amministrativa: de il dialogo con l’Amministrazione non produce risultati, è possibile presentare un esposto o una richiesta di sospensione cautelare dell’evento all’organo competente.
  • Azione giudiziaria: in casi estremi, è possibile adire le vie legali per ottenere il risarcimento del danno e l’inibizione del disturbo.

Raccomandazioni per organizzatori di eventi

Gli organizzatori di eventi estivi possono contribuire a tutelare il diritto al riposo dei residenti adottando alcune semplici misure:

  • Scegliere location idonee: evitare luoghi vicini a zone residenziali o sensibili al rumore.
  • Rispettare gli orari stabiliti: non prolungare gli eventi oltre gli orari autorizzati e comunicare in anticipo gli orari al vicinato.
  • Utilizzare impianti di amplificazione adeguati: limitare il volume del suono e utilizzare tecnologie per contenere la dispersione del rumore.
  • Prevedere misure di mitigazione del rumore: installare barriere acustiche, utilizzare pannelli fonoassorbenti o altri sistemi di contenimento del rumore.
  • Informare e coinvolgere i residenti: organizzare incontri informativi con i residenti per raccogliere le loro esigenze e trovare soluzioni condivise.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.