Dall’intervista all’ad di Trenitalia, Barbara Morgante, emerge che gli aumenti applicati sui biglietti dei treni “sarebbero giustificati dai nuovi investimenti”.
Investimenti che, ci auguriamo, saranno tutti destinati alle tratte regionali ad alto traffico di passeggeri ed alle tratte verso il Sud, protagoniste di veri e propri “viaggi della speranza”.
È apprezzabile che il nuovo Freccia Rossa 1000 sfrecci a 390 km all’ora, ma è intollerabile che nelle tratte verso il Sud e nel Centro Italia si viaggi ancora a passo d’uomo. Il primato della tratta più lenta tra quelle monitorate dal nostro osservatorio spetta, in tal senso, alla Roma – Pescara (con una velocità media di 61,8 km/h, poco al di sopra del limite di velocità consentita nei centri urbani).
Per questo chiediamo all’ad di Trenitalia, prima di avviare tali investimenti, di fare un viaggio su una tratta frequentata dai pendolari, magari nell’ora di punta e su una tratta a lunga, lunghissima, inenarrabile percorrenza, come la Roma-Taranto. Così sì che capirà dove devono andare a finire gli investimenti di cui parla.
La verità è che nel nostro Paese, nel 2016, esiste ancora un trasporto di serie A, con cinema, servizi e comfort e uno di serie B, più simile al trasporto bestiame. Una disparità inammissibile, che è indispensabile colmare con ogni sforzo.