Le Ferie dopo un periodo di malattia possono essere perse dal lavoratore? Se si in quali casi? Si può evitare questo rischio?
Ferie malattia lavoratore. Secondo il codice civile, un anno di servizio ininterrotto genera in capo al lavoratore un periodo di ferie retribuito. Cosa succede però se durante le ferie ci si ammala, o si ha un infortunio che ne impedisce la fruizione? La Corte Costituzionale ha chiarito che si determina una sospensione del periodo di ferie e che ciò può accadere in forza del fatto che la funzione di relax e distrazione tipica delle agognate “vacanze” potrebbe essere pregiudicata dalla presenza di una determinata patologia.
La normativa italiana, comunque, non vieta assolutamente la fruizione delle ferie dopo la malattia, quando il periodo di assenza è già stato concordato: in pratica, le ferie possono e devono tranquillamente essere godute, anche se ci si è assentati precedentemente per una patologia.
Se il datore di lavoro non vuole più concedere le ferie, il lavoratore non può prenderle di sua iniziativa, ma il datore deve comunque individuare un differente periodo in cui farle godere al dipendente, per non essere sanzionato. Nel caso in cui la malattia perduri anche dopo l’inizio del periodo nel quale erano state concordate le assenze, il lavoratore deve continuare a fruire della malattia, ed avrà diritto alla fruizione delle ferie non godute, pur risultando assente dal lavoro.
All’approssimarsi della scadenza del comporto (ossia del periodo massimo di malattia durante il quale il datore ha l’obbligo di conservare il posto), il lavoratore può chiedere di fruire delle ferie arretrate onde evitare il recesso. A tale proposito la Cassazione (sentenza n. 7433/2016), ha affermato che il lavoratore può sostituire alla malattia la fruizione delle ferie maturate e non godute, per sospendere il comporto.
Decurtazione Malattia Dipendenti Pubblici, in quali casi è prevista?